Un'Accademia per chi assiste le persone con malattia di Parkinson

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Un'Accademia per chi assiste le persone con malattia di Parkinson

di redazione

La malattia di Parkinson è il secondo disturbo neurodegenerativo più diffuso al mondo.

Si stima che in Italia ne siano colpite circa 300 mila persone, assistite tutti i giorni spesso dai familiari più prossimi, i quali si trovano ad affrontare un compito difficile che può avere un notevole impatto sul loro benessere psicofisico. Tanto che da una indagine è emerso che il 79% dei caregiver ha avuto ripercussioni sulla salute.

Per questo motivo AbbVie, Accademia Limpe-Dismov, Fondazione Limpe per il Parkinson e Anin, si sono fatti promotori della Neuroscience Caregiver Academy (NCA).

«Abbiamo messo insieme tutte le competenze di coloro che si prendono cura dei pazienti affetti da questa patologia – spiega Annalisa Iezzi, direttore medico di Abbvie Italia - sia dal punto di vista dell'assistenza infermieristica sia da quello dei disordini del movimento tipici delle patologie neurodegenerative. L'obiettivo dell'Accademia è duplice, il primo è fornire supporto ai caregiver che si prendono cura di questi pazienti e il secondo è dare visibilità a questi bisogni inespressi e alle risorse che questi mettono in campo nell'accudimento e per migliorare la qualità di vita dei soggetti con Parkinson».

AbbVie lavora da anni a questo progetto, ma la pandemia da Covid-19 ha imposto una “rivoluzione” nella struttura e nelle date che erano state pianificate. La data di Torino, per esempio, è stata onorata ai primi di ottobre e poi è seguito un evento, questa volta virtuale, a Padova nella prima settimana di novembre. L'idea iniziale era riuscire a organizzarne in tutta Italia, ma ora sono necessariamente diventati virtuali; tutti, comunque, fanno riferimento a grandi ospedali delle rispettive zone di appartenenza.

La ricerca farmacologica «molto spesso è soggetta a frustrazioni e fallimenti – ricorda Iezzi - ma il ricercatore lo mette in conto quando fa questo lavoro. Abbvie è una delle poche aziende che continua ad investire nelle malattie neurodegenerative». Nell'ambito delle neuroscienze ci sono molte molecole in sviluppo in grado di migliorare la qualità di vita e accelerare la riabilitazione dei pazienti.

«Mi piace dire che questa pandemia ha avuto il merito di far vedere di cosa siamo capaci. Ci siamo resi conto – sottolinea Iezzi - che sono stati resi in tale contesto procedimenti più agili che in Italia, molto spesso, erano rallentati dalla burocrazia con cui ci troviamo a lavorare. Posso dire che in questo specifico progetto c'è una vera e propria alleanza in cui le competenze di un attore privato vengono poste allo stesso livello di quelle assolutamente elevate del sistema statale e dunque del Ssn. Credo – conclude - che questa sia la prima di moltissime altre partnership che andranno avanti».