I gemelli aiutano a capire l’origine dei disturbi mentali

Il progetto

I gemelli aiutano a capire l’origine dei disturbi mentali

di redazione

Come riconoscere precocemente alcune diffuse patologie psichiatriche, come la schizofrenia e il disturbo bipolare? Come indagarne le basi neurobiologiche? Come impostare trattamenti personalizzati?

Sono alcune delle domande che da tempo si pone la psichiatria e che negli ultimi anni cominciano ad avere qualche risposta. 

Recenti studi genetici e di neuroimaging suggeriscono che le psicosi abbiano un alto tasso di ereditarietà e siano caratterizzate da alterazioni di connettività cerebrale prefronto-limbica. Inoltre, la predisposizione alla malattia sembra essere influenzata da meccanismi epigenetici. 

Tuttavia, poco si sa in dettaglio di questi meccanismi; soprattutto non è chiaro se le alterazioni di connettività cerebrale precedano il manifestarsi della malattia e se e come esse siano influenzate da meccanismi di neurotrasmissione ed epigenetici.

Qualche risposta potrebbe arrivare da un progetto di ricerca (il Why Me? Project - WM?P) frutto della collaborazione tra l’IRCCS Medea, l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione Imago7, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, l’IRCCS Ca’ Granda e l’Università di Milano.

Il progetto è volto ad indagare le basi neurobiologiche delle psicosi maggiori, tramite lo studio di coppie di gemelli in età evolutiva che sono stati studiati mediante approcci innovativi di psicopatologia, neuroimaging, genetica ed epigenetica.

In questo ambito, il Why Me? Project (WM?P) si è proposto di identificare se gemelli a rischio per psicosi maggiori presentino - rispetto ai rispettivi gemelli non a rischio - alterazioni nell’interazione neuroni-glia e di connettività cerebrale favorite da modificazioni epigenetiche. 

La fase preliminare del progetto ha riguardato il reclutamento di un’ampia coorte di gemelli di età compresa tra gli 8 e i 40 anni residenti nelle province lombarde di Bergamo, Como, Milano, Monza-Brianza e Varese. 

Presso l’IRCCS Medea, le coppie di gemelli partecipanti sono state sottoposte ad approfondite indagini psicopatologiche, di imaging a risonanza magnetica a 3T e a prelievi di materiale biologico che hanno consentito di identificare la presenza di problemi emotivi, sociali, di attenzione e comportamentali e di misurare il rischio psicotico di ciascuno di essi. 

I primi risultati del progetto saranno presentati nei prossimi giorni nel corso del convegno “Neuroscienze e psichiatria. Quale presente e quale futuro?”, che si terrà il 5 e 6 novembre all’Università Statale a Milano.