I 7 ospedali al top nell’assistenza alle donne vittime di violenza
L’Ospedale Civile Spirito Santo di Pescara, il Policlinico Umberto I di Roma, l’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale Maria Vittoria di Torino, l’Ospedale Misericordia di Grosseto, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino-Ospedale Ostetrico-Ginecologico S. Anna, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze.
Sono questi i sette ospedali premiati dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna per la qualità della presa in carico della donna vittima di violenza.
La violenza di genere è un problema sempre più diffuso, con gravi conseguenze sociali e sulla salute psicofisica di chi viene aggredito. Lo scorso anno, si è registrata la più alta percentuale di donne tra le vittime di omicidio nel nostro Paese, circa il 36% del totale (179 donne su 502), il 14% in più rispetto al 2012. Secondo il rapporto Eures, pubblicato a novembre 2014, le Regioni centrali hanno presentato il maggior numero di femminicidi, anche se il Sud risulta l’area più a rischio; in 7 casi su 10, gli episodi di violenza si sono consumati nel contesto familiare e affettivo della donna per mano del coniuge, partner o ex-partner (66%).
I progetti candidati sono pervenuti da 66 strutture ospedaliere, di cui 42 al Nord, 17 al Centro e 7 al Sud e nelle Isole. Un apposito Comitato ha assegnato 2 riconoscimenti: una targa alle “Best Practice”, ovvero le strutture eccellenti nella gestione della donna vittima di violenza e una pergamena con le “Menzioni speciali”, agli ospedali comunque attenti e impegnati sul tema della violenza di genere.
Oltre ai sette premiati per le Best practice, hanno ricevuto la menzione speciale: il Presidio Ospedaliero San Rocco di Sessa Aurunca (Campania), l’Azienda Ospedaliera IRCCS di Reggio Emilia – Arcispedale S. Maria Nuova, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” di Trieste, l’Ospedale Treviglio e Caravaggio, il Presidio Ospedaliero San Martino di Oristano.
O.N.Da ha inoltre conferito una Menzione d’onore al Pronto Soccorso Ostetrico/Ginecologico e Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, come modello di eccellenza e di riferimento a livello nazionale nell'ambito della gestione delle donne vittime di violenza.
«La problematica della violenza sulle donne, a livello nazionale e internazionale, è oggi un tema di grande attualità», sottolinea la presidente di O.N.Da Francesca Merzagora. «Gli ultimi dati presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che il 35% delle donne nel mondo è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti e che il 38% dei femminicidi avviene dentro le mura di casa. Le principali conseguenze degli abusi si ripercuotono sulla salute mentale e sessuale della donna, sulle sue capacità riproduttive e sul rischio di morte e lesioni».
«La prima accoglienza è un passaggio fondamentale per la donna che ha subìto violenza ed è per questo che, anche nei servizi pubblici, le operatrici che l'accolgono devono essere formate in maniera specifica», sostiene Alessandra Kustermann, Coordinatore del Comitato valutatore Best Practice, Direttore dell’U.O.C. di Pronto Soccorso e Accettazione Ostetrico-Ginecologico e del SVSeD Centro Soccorso Violenza Sessuale e Domestica dell'Ospedale Mangiagalli di Milano. «Il fenomeno della violenza è complesso e va affrontato da diversi punti di vista. In SVSeD, abbiamo da anni posto in opera un protocollo di accoglienza e di assistenza, che tiene specificatamente conto delle problematiche delle persone che hanno subìto violenza, avvalendoci di specialisti in diverse discipline: ostetriche, ginecologhe, psicologhe, assistenti sociali, medici legali e avvocati, collaborando anche con le Forze dell'Ordine e la Magistratura».