Liberalizzazione farmacie, per il Movimento liberi farmacisti la strada giusta per creare lavoro
«Quando sette giovani su dieci non credono nel recupero dell'Italia, la disoccupazione continua a crescere e il "familismo" a farla da padrone, significa solo una cosa: l'ascensore sociale non è bloccato, ma definitivamente rotto». Sono le dure parole contenute in una nota del Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf), che commenta il disegno di legge per la concorrenza in fase di studio al Ministero per lo sviluppo economico.
Secondo Mnlf, il ddl potrebbe essere lo strumento giusto per aprire il mercato alla concorrenza attraverso le liberalizzazioni. Ma il cambio di rotta non è cosa facile quando ci sono di mezzo le corporazioni, si legge nella nota. Il riferimento è all'intervento del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Simona Vicariche, che in questi giorni si è detta contraria a qualsiasi provvedimento che allarghi il numero delle farmacie o permetta la liberalizzazione dei farmaci di fascia C (quelli con obbligo di ricetta, ma non a carico del Ssn). Secono la Vicariche, infatti, il governo Monti nel 2012 ha già fatto riforme nel settore farmaceutico e quindi non ne servono altre.
«Peccato che ad oggi, ovvero dopo circa tre anni da quel provvedimento, nemmeno una delle 5.000 nuove farmacie paventate abbia aperto i battenti e se mai si riuscirà a terminare l'iter concorsuale sarà un vero e proprio "miracolo" se potranno aprire un numero di farmacie che corrisponderà ad un aumento degli esercizi di appena il 5%», ribatte il Movimento, sottolineando come il settore abbia sofferto meno degli altri la crisi.
«La priorità per il Paese è la creazione di nuovi posti di lavoro e quando non si hanno fondi sufficienti per fare investimenti è necessario stimolare la crescita rimuovendo gli ostacoli posti a difesa di pochi e limitati interessi».