Nel Lazio una nuova rete oncologica per il tumore al seno
Al via nel Lazio la nuova rete oncologica per prevenire e curare il tumore alla mammella. Con la firma del decreto che riorganizza i servizi dedicati secondo le indicazioni del Ministero della Salute, parte ufficialmente la nuova rete che intende garantire cure migliori e più tempestive alle donne colpite da questo tumore e superare le attuali criticità dovute a mancanza di coordinamento, frammentazione dei centri, lunghi tempi di attesa.
Nel 2013 sono stati stimati nel Lazio circa 3.000 casi incidenti e 55 mila casi di tumore maligno alla mammella, si legge in una nota della Regione Lazio. Questa patologia rappresenta il 41% dei tumori maligni nelle donne nella fascia di età tra 0 e 49 anni, il 35% di quella tra 50 e 69 anni e il 21% di quella delle donne di età maggiore di 70 anni. Tra i decessi oncologici il cancro alla mammella è la prima causa di morte femminile in tutte le fasce di età.
La nuova rete è articolata su 39 centri di screening, 36 strutture di diagnostica clinica e 15 centri di senologia dove saranno effettuati gli interventi chirurgici e di ricostruzione. L'obiettivo è sempre lo stesso: fornire alle donne una risposta ai diversi bisogni assistenziali con un percorso che stabilisce la presa in carico dallo screening, l'accertamento diagnostico, la diagnosi, fino all'intervento terapeutico riabilitativo. Il modello è stato definito da un gruppo di lavoro costituito da esperti , associazione dei pazienti , tecnici e coordinato dalla Direzione Regionale Salute ed Integrazione Sociosanitaria.
«Il piano approvato crea una rete diffusa, qualificata, riconoscibile. Oggi il sistema assistenziale per questo tipo di patologia, invece, non è di facile accesso perchè disarticolato e questo pesa ed ha pesato sulla vita delle donne del Lazio che spesso sono state lasciate sole di fronte al male», ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. «Puntiamo a cambiare passo, dare loro cure migliori con maggiore tempestività, per creare speranza e porre un argine alla solitudine».