Ricerca italiana vince negli Usa
Si chiama Sara Carpi, è una dottoranda in Fisiopatologia medica e Farmacologia al dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa ed è stata premiata (con mille dollari) al Global Biotechnology Congress che si è svolto a Boston nel giugno scorso. Si è classificata prima, infatti, nella sessione poster, presentando i risultati di uno studio sulle proprietà “teranostiche”, cioè di diagnosi e cura, di un frammento di Dna (oligonucleotide) in cellule di melanoma cutaneo umano. Lo studio è parte di un progetto finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del Programma PAR FAS 2007-2013 (Nanocell: nanosensori ottici all’interno della cellula) di cui Paola Nieri è responsabile per l’Università di Pisa.
«L’oligonucleotide che abbiamo utilizzato – spiega Carpi - è in grado di riconoscere selettivamente le cellule cancerose e di promuoverne la morte potenziando l’azione antitumorale dei chemioterapici classici, quali il cisplatino e il docetaxel».
Il frammento di Dna è infatti capace di emettere fluorescenza solo quando legato con il Rna delle cellule tumorali e di esercitare poi una funzione farmacologica “silenziando” il gene della proteina survivina che ha un ruolo nella sopravvivenza sulle cellule cancerose. La validazione dell’attività di imaging dell’oligonucleotide è stata condotta grazie alla collaborazione con Mario Pellegrino, del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell'ateneo pisano. La veicolazione dell’oligonucleotide all’interno delle cellule tramite nanoparticelle è un passaggio ulteriore dello studio i cui risultati sono stati presentati ad altri congressi dal gruppo di Francesco Baldini dell’Istituto di Fisica applicata del Cnr Firenze, capofila del progetto, ottenendo un altro riconoscimento internazionale alla Conferenza Europtrode XII, che si è svolta ad Atene ad aprile di quest’anno.