Legge di Bilancio
Manovra economica: Ordini dei medici preoccupati e solidali con i colleghi in sciopero
La Federazione degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) esprime «vicinanza» ai colleghi della dipendenza che hanno indetto, per il 20 novembre prossimo, uno sciopero nazionale di protesta contro la Manovra economica presentata dal Governo. Lo fa, anche a nome del Comitato centrale, per voce di Filippo Anelli, che della Fnomceo è il presidente.
Le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei medici dipendenti, sottolinea Anelli, «protestano contro la Finanziaria e soprattutto per il fatto che le promesse, le attese rispetto proprio al miglioramento economico e salariale dei medici dipendenti non sono state attuate. Diciassette euro di aumento per le indennità di specificità medica rappresentano un vero e proprio motivo di protesta: gli sforzi fatti dai medici, l'impegno, i sovraccarichi di lavoro legati alla carenza del personale non sono oggi riconosciuti adeguatamente in questa Finanziaria».
Uno sciopero in sanità «è sempre l'estrema ratio di una protesta – aggiunge Anelli - perché colpisce i malati e le persone che hanno più bisogno. Noi siamo vicini ai colleghi che protestano, perché riteniamo che la dignità professionale si esplica attraverso il giusto riconoscimento economico».
Alla protesta contro la Finanziaria dei medici dipendenti si unisce quella, unitaria, dei medici convenzionati.
Per un medico lo sciopero «è una strada dolorosa – ribadisce Anelli - perché crea disagio proprio a coloro che, sopra ogni altra cosa, vogliono tutelare, i pazienti. Questa unitarietà nella protesta, tuttavia, dimostra che l’intento è la difesa dei diritti non solo dei professionisti, ma di tutti i cittadini, perché è a rischio la tenuta stessa del Servizio sanitario nazionale».
L’incertezza sulle risorse, sul quanto e sul quando saranno stanziate, su come saranno impiegate e la “rimozione” della medicina territoriale, «completamente dimenticata» dalla Manovra, sono tutti «fattori che portano alla grande delusione dei medici – sottolinea il presidente della Fnomceo - che contavano di veder finalmente riconosciuti i loro sforzi e il loro impegno. E alla disillusione dei cittadini, che sono orgogliosi dei loro medici e del Servizio sanitario nazionale come moltiplicatore di salute e di uguaglianza sociale. In un quadro di grave carenza di medici di medicina generale – aggiunge ancora – non si è pensato, ad esempio, di aumentare l’entità delle borse per la loro formazione, che già oggi valgono la metà di quelle universitarie. Nessun incentivo, in generale, per la medicina convenzionata, né in termini economici e fiscali, né di aumento del personale dedicato. Già oggi molti cittadini sono senza un proprio medico di famiglia, anche se questo servizio rappresenta un Lea, un livello essenziale di assistenza che le Asl devono assicurare. Già oggi la medicina ambulatoriale è in crisi, con, in certi casi, un solo specialista di branca che deve coprire un’intera Asl. Il tutto mentre la popolazione invecchia e aumentano le malattie croniche, che devono essere curate sul territorio».
Pur apprezzando l’impegno del ministro Schillaci e dopo aver accolto l’invito del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a collaborare per trovare modelli e impiegare al meglio le risorse, sono ora «necessari investimenti e interventi concreti, per scongiurare questo sciopero. Altrimenti – conclude Anelli - la sanità non potrà che fermarsi per un giorno, per evitare di fermarsi per sempre».