Confrontarsi a livello nazionale e regionale su azioni concrete e condividere le buone pratiche di alcune Regioni sull’equità di accesso alle tecnologie innovative di monitoraggio del diabete. Questo, in sintesi, l’obiettivo dell’incontro “Equità di accesso all’innovazione, le regioni a confronto. Focus sui sistemi di monitoraggio glicemico nella cronicità diabete”, organizzato il 28 maggio a Roma da Motore Sanità grazie al contributo incondizionato di Abbott.
Il diabete è considerato una vera e propria epidemia: prima causa di cecità, prima causa di amputazione degli arti inferiori, seconda causa di insufficienza renale fino alla dialisi o al trapianto, concausa di almeno il 50% degli infarti e degli ictus. I numeri in proiezione sono ancor più preoccupanti: l’International Diabetes Federation (IDF) indica che entro il 2045 arriverà a colpire 700 milioni di persone. Diventa quindi fondamentale giocare d’anticipo per i pazienti con diabete, prevenendo le complicanze grazie al monitoraggio in continuo della glicemia.
In Italia almeno 700 mila persone sono in trattamento insulinico, ma l’utilizzo dei sensori (integrati o no a microinfusore) è inferiore al 50% dei pazienti in quasi tutte le Regioni. Lombardia, Sicilia e Sardegna sono quelle con maggior utilizzo della tecnologia, al contrario di Campania, Calabria e Puglia dove l’utilizzo del sensore nei pazienti insulino-trattati è inferiore al 20%. Oggi solo sei Regioni hanno allargato l’accesso a tutti i pazienti: Sicilia, Campania, Lombardia, Lazio, Marche e Basilicata, mentre nelle altre Regioni permangono restrizioni.
«L’innovazione tecnologica nel monitoraggio della glicemia rappresenta un’opportunità straordinaria per migliorare la qualità di vita delle persone con diabete e ottimizzare la gestione clinica della malattia» sottolinea Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia (Sid). Le tecnologie per il controllo della glicemia «non sono un lusso – aggiunge - ma strumenti essenziali per prevenire le complicanze gravi e contenere i costi a lungo termine. È tempo di colmare il divario tra le Regioni e garantire una reale uniformità nei criteri di accesso».
Il monitoraggio continuo della glicemia è «una svolta cruciale nella gestione della cronicità diabete – avverte Riccardo Candido, presidente Amd - perché consente di prevenire le complicanze e migliorare significativamente la qualità di vita delle persone con diabete» e oggi «abbiamo a disposizione strumenti sempre più precisi e accessibili che possono davvero cambiare l’evoluzione della malattia. Tuttavia, queste opportunità devono essere garantite a tutti, indipendentemente dalla Regione di appartenenza».
L’impiego dei moderni sistemi di monitoraggio della glicemia è «un’opportunità fondamentale per le persone con diabete – conferma Marcello Grussu, vicepresidente di Diabete Italia - contribuendo in modo significativo a migliorare la gestione quotidiana della patologia. Intervenire in tempo reale sui valori glicemici consente di adottare strategie terapeutiche più appropriate, riducendo sia il rischio di eventi acuti che l’insorgenza delle gravi complicanze croniche».
Purtroppo, ricorda ancora Grussu, l’adozione di questi dispositivi è ancora troppo limitata: si stima che solo il 35% delle persone con diabete di tipo 1 e meno del 10% di quelle con diabete di tipo 2 utilizzino attualmente un sensore glicemico.
L’accesso alla tecnologia «trasforma la gestione quotidiana del diabete, migliorando in modo considerevole la qualità della vita della persona» assicura Stefano Garau, vicepresidente Fand, ma «le barriere e gli impedimenti li rileviamo proprio nelle differenze esistenti non solo tra Regione e Regione ma molto spesso, addirittura, tra le diverse Asl della stessa Regione dove regole burocratiche poste in essere per il controllo della spesa, in realtà, nel bloccare l’erogazione ai più degli strumenti tecnologici di misurazione e di gestione della malattia, si rivelano paradossalmente scelte che minano il controllo della spesa perché non consentono un buon controllo e una buona gestione della malattia».