In due casi su tre le cure non eliminano le crisi epilettiche. Le proposte di legge per ridurre il carico della malattia
L’epilessia in Italia interessa 550 mila persone delle quali circa un quarto assume più di tre farmaci per il controllo delle crisi, pesando significativamente su pazienti e famiglie da un punto di vista sociale, sanitario ed economico. Secondo quanto emerso da un'indagine promossa dalla Federazione italiana epilessie (Fie) in collaborazione con IQVIA e presentata mercoledì 16 maggio a Roma, circa due intervistati su tre riferiscono di avere crisi epilettiche nonostante le cure e la quasi totalità (88%) dichiara che l’epilessia interferisce in modo significativo sulla propria quotidianità, in ambito relazionale, lavorativo, scolastico e del tempo libero. Risulta problematica anche la gestione delle cure per bambini e ragazzi a scuola, dal momento che solo nel 17% dei casi il personale scolastico garantisce la somministrazione e che solo in un caso su tre i genitori possono accedere agli Istituti per provvedere direttamente alla somministrazione.
Inoltre, poco più della metà (54%) degli intervistati è soddisfatto per come è seguito da parte del personale sanitario e il 72% si dichiara insoddisfatto per le liste d’attesa per visite e controlli.
L’accesso ai servizi di diagnosi e cura risulta poi disomogeneo: se al Nord il 34% degli intervistati esprime alta soddisfazione per tempi di attesa di visite e controlli, il valore crolla al 19% al Sud e nelle Isole. Problematici anche gli aspetti logistici: solo il 21 % dei residenti del Sud è soddisfatto per la distanza dal Centro per recarsi ai controlli, rispetto al 36% dei pazienti residenti al Nord.
A livello internazionale, il nostro Paese si è assunto l'impegno di dotarsi di una legge a tutela delle persone con epilessia entro il 2031 e il Senato è impegnato nella discussione di quattro progetti, in attuazione del Piano d’azione globale intersettoriale per l’epilessia e di altri disturbi neurologici (IGAP).
«Ci auguriamo che la futura legge sull’epilessia diventi presto realtà – auspica Rosa Cervellione, presidente Fie - riuscendo a includere diversi aspetti, attualmente mancanti all’interno dei disegni di legge in discussione in Senato, volti a ridurre l’impatto della patologia sulle persone con epilessia e i loro caregiver e a invertire lo sconforto verso il futuro, soprattutto con riguardo al normale svolgimento della vita personale e lavorativa».
Sotto il profilo sociale, tante le difficoltà di coloro che convivono con la patologia e che riescono ad accedere al mercato del lavoro (41% rispetto al 62% della media italiana) a causa dell’impatto negativo sulla vita professionale, ma anche delle criticità esistenti a livello di crescita professionale e prospettive di carriera. Persone con epilessia, famiglie e caregiver concordano poi sulla necessità di destinare maggiori risorse per attività di informazione e formazione del personale scolastico e negli ambienti di lavoro per ridurre lo stigma e garantire maggiore sicurezza e tutela nei contesti extra familiari.
«Compito delle Istituzioni è intervenire per farsi carico di queste difficoltà» sostiene la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. «Non a caso – aggiunge - ho presentato un disegno di legge per tutelare le persone con epilessia e per assicurare loro percorsi di inclusione relazionale, scolastica e lavorativa. Un grande segno di attenzione è dimostrato dal fatto che in Parlamento esistono anche altre proposte normative, per arrivare quanto prima a un provvedimento che sia bipartisan e rappresenti una mano tesa verso le persone con epilessia, le famiglie e coloro che li assistono».