Le farmacie italiane sempre più attente ai bisogni dei pazienti: un italiano su due si rivolge solo a quella di fiducia
Ci si va per comprare i farmaci, ma anche per misurarsi la pressione o per controllare la glicemia o per prenotare visite mediche. La farmacia (un cittadino su due ha quella “di fiducia”) sta diventando sempre più un punto di riferimento per la tutela della salute sul territorio. È quanto emerge dal VI Rapporto annuale sulle farmacie italiane di Cittadinanzattiva e Federfarma che ha raccolto i dati di 1.500 farmacie e 4.000 cittadini (il 42,6% di essi è affetto da almeno una patologia cronica).
La farmacia di fiducia
Nel 2023 oltre la metà dei cittadini ha scelto sempre la stessa farmacia, soprattutto se pazienti con patologia cronica. Il 53,3 per cento degli intervistati con malattie croniche va sempre nella stessa farmacia contro il 46,2 per cento delle persone non affette da cronicità. Solo nel 13,1 per cento dei casi i pazienti cronici si affidano ad una qualsiasi farmacia.
I farmaci equivalenti
I farmaci equivalenti sono preferiti dal 36,5 per cento dei cittadini. Il prodotto fuori brevetto viene richiesto “abitualmente” dal 43,4 per cento dei pazienti con patologia cronica (rispetto al 31,4% di quelli senza malattia cronica). L’84 per cento delle persone interpellate ha dichiarato che negli ultimi 12 mesi ha utilizzato farmaci equivalenti, percentuale che sale al 91,3 per cento nei pazienti con patologie croniche; tra le persone senza patologia cronica, che pur fanno uso di farmaci, tale percentuale si ferma al 74,6 per cento.
Medicina di genere
Il 44 per cento delle farmacie si è impegnato sul tema della medicina di genere: la metà dei cittadini coinvolti dalle farmacie in campagne di prevenzione e screening lo conferma, ma permane un 22,7 per cento di persone che non ha piena consapevolezza dell’argomento. Per il 90,6 per cento dei cittadini la farmacia è il contesto idoneo a realizzare questo tipo di iniziative. Ben il 71,8% delle farmacie ha dichiarato di aver svolto negli ultimi 12 mesi campagne di screening per individuare soggetti a rischio: nello specifico, per patologie oncologiche (nel 78,9% delle farmacie), patologie croniche e cardiovascolari (nel 35% delle farmacie). Le farmacie fanno prevenzione tramite materiale informativo (71,9%), l’esecuzione di test/esami diagnostici attraverso la telemedicina (60,7%), la misurazione di parametri vitali (50,0%) e la compilazione di questionari (47,5%).
Non solo farmaci
Le farmacie sono somigliano sempre più a un ambulatorio medico. Molti sono i servizi offerti oltre alla vendita dei farmaci: il monitoraggio dei parametri (misurazione della pressione: 97,7%; misurazione del peso: 83,2%), la prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare (88,5%), i test/analisi di prima istanza quali l’esame della glicemia (81,6%), del colesterolo (78,4%), dei trigliceridi (73%), le prenotazioni tramite CUP (77,4%), la telemedicina (65,5%).
I servizi più utilizzati dai cittadini sono la prenotazione di farmaci e altri prodotti da ritirare in farmacia (86,5%), il tampone Covid-19 (76,8%), il monitoraggio dei parametri (46,3%), il CUP (38,7%) e le preparazioni galeniche 34%).
Antibiotico-resistenza
I farmacisti intervistati dimostrano un livello di consapevolezza abbastanza (63,8%) o molto buono (15,3%) sul rischio di antibiotico-resistenza. Resta però una quota di operatori che è poco (20,1%) o per nulla (0,7%) informata sul tema. La formazione non decolla. Il 66,1 per cento dei rispondenti ha dichiarato di non avere preso parte negli ultimi
tre anni ad alcun corso di aggiornamento. Ad oggi solo il 15,7 per cento delle farmacie viene coinvolto in specifiche iniziative o programmi di collaborazione con le autorità sanitarie (nazionali, regionali e/o locali) per la raccolta di dati o la realizzazione di studi sull’uso degli antibiotici e più in generale sull’antimicrobico-resistenza. Per quanto riguarda i cittadini, più della metà (53,8%) dichiara di essere ben informato sull’argomento, il 13 per cento ammette invece di non sapere cosa sia. A questo dato si aggiunge un ulteriore 33,1 per cento che riferisce di averne sentito parlare ma di non conoscerne i dettagli, tantomeno le implicazioni.
Il ruolo sociale
I farmacisti italiani sono consapevoli del loro ruolo sociale, con i servizi di consulenza e informazione su stile di vita sano (nel 53,9% delle farmacie), la partecipazione a iniziative comunitarie per la promozione di salute e benessere (36,9%), la partecipazione a iniziative promosse da associazioni civiche e di pazienti (21,6%). Sul fronte della sostenibilità ambientale, l’impegno principale delle farmacie consiste nel ridurre i consumi energetici (76,7%). Seguono le iniziative di riciclo o riduzione dei rifiuti (65,5%), la riduzione dell’uso della carta (64,0%), l’ utilizzo di confezioni riciclabili o biodegradabili (44,9%).
“Cuore di donna”
L’iniziativa pilota di promozione della salute nell’ambito della medicina di genere “Cuore di donna” si è svolta dal 16 ottobre al 10 novembre 2023 in 111 farmacie di tre Regioni, Lombardia, Marche e Sicilia, e ha coinvolto 1510 donne. Le partecipanti si sono sottoposte allo screening completo, rispondendo al questionario indicizzato volto a valutare il loro grado di rischio cardiovascolare ed effettuando, tramite servizi di Telemedicina, un elettrocardiogramma (ECG) gratuito. Sulla base di 22 parametri presi in considerazione, tra patologie pregresse e stili di vita, per 1 donna su 5, il rischio cardiovascolare è risultato alto (17,3%) o molto alto (3,6%). Tra le donne che hanno dichiarato di essere in terapia antipertensiva (30,5%) si sono riscontrati valori alti della pressione in ben il 38,6 per cento dei casi e valori medio-alti nel 18,7 per cento dei casi. Di fatto, in oltre la metà delle donne già in terapia, i valori della pressione si discostano da parametri normali.