Liste d’attesa, dati ancora inaccessibili in più di 2 Regioni su 3

L'analisi

Liste d’attesa, dati ancora inaccessibili in più di 2 Regioni su 3

di redazione

Sono il sintomo più evidente delle difficoltà del servizio sanitario nazionale, eppure ancora in molte Regioni le liste d’attesa sono avvolte nella nebbia e le informazioni che riguardano i tempi di attesa medi per le visite ambulatoriali sono in larga parte poco accessibili. 

Lo rileva risultato di un’analisi della Fondazione GIMBE, presentata oggi a Bari in occasione del Forum Mediterraneo Sanità, secondo cui a oggi solo 6 Regioni si contraddistinguono per la trasparenza e completezza delle informazioni sui tempi di attesa. 

«I tempi di attesa sono oggi il sintomo più grave ed evidente della crisi organizzativa e professionale del servizio sanitario nazionale», dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. «Questo crea pesanti disagi per i pazienti, peggiora gli esiti di salute e fa lievitare la spesa privata, che impoverisce le famiglie e può portare anche a rinunciare alle cure. Ma, paradossalmente, a fronte della rilevanza del problema, non esiste una rendicontazione pubblica completa e trasparente sui tempi di attesa».

Il recente DL Liste di attesa ha previsto l’istituzione, presso l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), della Piattaforma Nazionale per le Liste d’Attesa per monitorare in modo rigoroso, analitico e uniforme i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie in tutte le Regioni italiane. «La piattaforma – spiega Cartabellotta – rappresenta l’unica vera novità del decreto, ma la sua realizzazione dipende strettamente dall’eterogeneità e dalla trasparenza delle piattaforme regionali sulle liste di attesa e, ancor prima, dalla pubblicazione di linee guida nazionali che devono ancora essere definite da un decreto attuativo». 

Il Piano Nazionale di Gestione delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021 aveva già previsto che i siti web regionali e aziendali pubblicassero informazioni sui tempi di attesa. Tuttavia, solo il 25 gennaio 2024 è stato siglato l’accordo Stato-Regioni sulle linee di indirizzo “Requisiti e monitoraggio delle sezioni dedicate ai tempi e alle liste di attesa sui siti web di Regioni, Province Autonome e Aziende Sanitarie” che stabilisce le modalità per rendere queste informazioni accessibili ai cittadini. 

«La nostra analisi – continua il Presidente – restituisce un quadro molto eterogeneo dei dati pubblicati online. In particolare, solo 6 Regioni rispettano tutte le dimensioni oggetto di valutazione: Provincia autonoma di Bolzano, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta e Veneto», aggiunge Cartabellotta. «Eppure la trasparenza è fondamentale per permettere ai cittadini di comprendere appieno la gestione della sanità nella propria Regione: dati chiari sui tempi di attesa, classi di priorità e confronti tra Aziende sanitarie sono elementi essenziali per facilitare scelte consapevoli e rafforzare la fiducia nei servizi offerti. I cittadini hanno il diritto di conoscere le prestazioni monitorate, i tempi medi di attesa e se la propria Regione rispetta gli standard stabiliti. Inoltre è fondamentale che le modalità di prenotazione siano semplici e accessibili. Solo con una totale trasparenza e una maggiore accessibilità si può migliorare il rapporto tra cittadini e servizio sanitario, garantendo un accesso rapido e informato alle cure», conclude il presidente Gimbe.