Sangue cordonale, donazioni in aumento nell’anno nero delle nascite. Ma si è ancora lontani dai livelli pre-pandemia
Nel 2021 sono state 6.227 le unità di sangue cordonale raccolte in confronto alle 5.742 del 2020. E l’aumento, per quanto minimo, è significativo per due ragioni: è la prima volta che il numero di unità di sangue cordonale torna in positivo dopo quasi dieci anni, e la novità si verifica in un anno, il 2021, che ha fatto registrare un record negativo di nascite, con meno di 400mila nuovi nati.
Sono alcuni dati contenuti nel rapporto “Banche del sangue di cordone ombelicale 2021” del Centro Nazionale Sangue. La tendenza rispetto agli anni passati è positiva, ma secondo il CNS la percentuale di sangue cordonale donato, a fronte dei parti avvenuti nelle strutture ospedaliere dotate di banca cordonale, è ancora troppo bassa. Sui circa 250mila parti avvenuti nelle strutture le unità raccolte sono state solo il 2,5 per cento.
Sono quindi complessivamente 46.817 le unità bancate in Italia, di cui la maggior parte (42.229) sono conservate in vista di un utilizzo cosiddetto “allogenico non familiare”, ovvero per essere donato per fini solidaristici a chiunque dovesse averne bisogno.
«È giusto accogliere con favore questi segnali di ripresa ma purtroppo anche solo i livelli di raccolta pre-Covid sono ancora lontani. Il sangue cordonale è una risorsa preziosa che con il progredire delle ricerche sta trovando un numero sempre maggiore di applicazioni cliniche. Eppure sono ancora troppo poche le giovani coppie che decidono di compiere questo gesto di grande valore solidaristico», sottolinea Simonetta Pupella, responsabile dell’area tecnico sanitaria del Centro Nazionale Sangue.
A cosa serve il sangue cordonale? Le cellule staminali emopoietiche presenti nel sangue del cordone ombelicale, come quelle presenti nel midollo osseo e nel sangue periferico, sono progenitrici di tutte le linee cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine). Il trapianto di cellule staminali rappresenta una consolidata terapia salvavita per la cura di numerose e gravi malattie del sangue congenite e acquisite, immunodeficienze e malattie metaboliche. La donazione del sangue cordonale è dunque un interesse primario per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua raccolta e conservazione è effettuata presso le banche del sangue di cordone ombelicale, strutture pubbliche accreditate presso il SSN a ciò preposte.
La rete Italian Cord Blood Network consiste in 18 Banche del Sangue ubicate presso ospedali pubblici o privati convenzionati con il sistema sanitario nazionale, distribuite in 13 regioni italiane. Ad esse fanno riferimento 270 punti nascita attrezzati per la raccolta solidaristica del cordone ombelicale, 40 dei quali operano nelle regioni in cui non è presente una banca cordonale.
La normativa consente la raccolta di sangue cordonale donato per fini solidaristici, la raccolta dedicata al neonato con patologia in atto al momento della nascita o evidenziata in epoca prenatale, o per uso dedicato a consanguineo con patologia in atto al momento della raccolta o pregressa, che risulti curabile con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, la raccolta per famiglie a rischio di avere figli affetti da malattie geneticamente determinate per le quali sussistano comprovate evidenze scientifiche di impiego di cellule staminali del SCO, la
raccolta ad uso autologo‐dedicato nell’ambito di sperimentazioni cliniche, approvate secondo la normativa vigente, finalizzate a raccogliere le evidenze scientifiche di un possibile impiego del sangue cordonale nel caso di particolari patologie.