BPCO: un nuovo inalatore per la terapia di mantenimento
Arriva per i pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva una nuova soluzione terapeutica più semplice da usare e da dosare. È stata infatti approvata la rimborsabilità in Italia della tripla associazione fissa beclometasone dipropionato/ formoterolo fumarato diidrato/ glicopirronio in formulazione extrafine, in un unico inalatore a polvere secca indicata come terapia di mantenimento in pazienti adulti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) da moderata a grave.
La tripla terapia di Chiesi Farmaceutici in combinazione fissa di un corticosteroide inalatorio (ICS), un β2 agonista a lunga durata d’azione (LABA) e un antagonista muscarinico a lunga durata d’azione (LAMA) da oggi è disponibile anche come polvere inalatoria, somministrata tramite dispositivo NEXThaler, che si affianca alla formulazione spray predosato, offrendo così ai pazienti e ai medici la possibilità di personalizzare la scelta dell’inalatore per una combinazione ottimale farmaco/dispositivo, a beneficio dell’efficacia della cura e di una maggiore aderenza alla terapia, tra le principali sfide nel trattamento della patologia.
La nuova formulazione è più semplice da utilizzare: l’erogatore che rilascia il farmaco, non richiede coordinazione tra la mano e il respiro. L’inalatore, pensato per essere il più possibile patient friendly, è dotato di un triplice meccanismo di feedback, visivo/sonoro/gustativo, che guida il paziente nell’esecuzione di una corretta manovra inalatoria, indicando se è stata effettuata un’assunzione efficace ed evitando lo spreco di dosi. Necessita, inoltre, di un’attività di manutenzione minima.
«Per le patologie respiratorie la scelta dell’inalatore è una tappa cruciale ai fini dell’efficacia del trattamento. Poter offrire al paziente il dispositivo più adatto alle sue capacità di assumere il farmaco inalatorio, vuol dire aiutarlo ad essere più aderente alla cura, a beneficio di un miglior controllo della malattia. La tripla associazione fissa ICS/LABA/LAMA in un unico dispositivo a polvere secca, non richiedendo coordinazione tra l’atto di erogazione e l’inalazione, può rappresentare un’opzione terapeutica ottimale per i pazienti sia moderati che gravi», ha dichiarato Alberto Papi, direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Ferrara.