Covid-19: l’Hiv non è tra i fattori di rischio

Lo studio

Covid-19: l’Hiv non è tra i fattori di rischio

di redazione

Nella lista dei fattori di rischio per Covid grave non c’è l’Hiv. L’età avanzata e il diabete sono le condizioni che più delle altre aumentano le probabilità di ammalarsi gravemente. Chi convive con l’Hiv non rientra tra le categorie fragili. 

È quanto emerge da uno studio italiano presentato al Congresso ICAR - Italian Conference on AIDS and Antiviral Research (Bergamo dal 14 al 16 giugno). Le persone con HIV stabilmente curate e con una buona risposta viro-immunologica non si sono rivelate maggiormente esposte ad acquisire l’infezione, ad avere una malattia grave né a morire a causa del Covid.

Lo studio ha coinvolto 155 persone con HIV e con infezione da Covid-19 confrontate con altre 360 con HIV che il Covid non l’hanno avuto. Nessuna delle caratteristiche dell’HIV era associata con il rischio di acquisire il Covid. I fattori che favorivano il contagio e la gravità dell’infezione erano l’età più avanzata e la presenza di diabete. «Rispetto al rischio di decesso, le uniche due variabili correlate erano l’insieme delle comorbidità e dei valori di cellule CD4 all’ultima misurazione più bassi. Nonostante quest’ultimo elemento possa far pensare all’immunodepressione da AIDS, non si rileva comunque un nesso tra le due infezioni. Inoltre, circa il 20 per cento delle persone con HIV ha avuto un’infezione da SARS-CoV-2 totalmente asintomatica, quindi molte misurazioni sono anche falsate dal mancato conteggio di queste infezioni. A Bergamo sono state identificate 26 persone con HIV che hanno avuto Covid: un terzo era totalmente asintomatico, gli altri hanno avuto una malattia paucisintomatica, durata 3 giorni, con sintomi similinfluenzali come febbre, tosse, mialgie, faringite, raffreddore importante. Pertanto, in questo momento nei pazienti HIV la quarta dose non è fondamentale. Diverso sarà il discorso in autunno, quando un nuovo vaccino, forse un booster bivalente covid-omicron, sarà raccomandato per gran parte della popolazione», spiega Franco Maggiolo, co-presidente del Congresso.