Linfoma: un nuovo modo per prevenire la cardiotossicità della chemioterapia
I pazienti sottoposti a chemioterapia con antracicline sanno che il cuore potrebbe non uscirne indenne: chi riceve il trattamento ha un rischio doppio di sviluppare lo scompenso cardiaco rispetto a chi non ha una malattia oncologica. La condizione è nota come “cardiotossicità”. Alcuni farmaci, come le antracicline, usati con successo per la terapia di molte forme di cancro, somministrati per esempio al 70 per cento dei pazienti con linfomi, possono essere tossici per il cuore. Finora non si conosceva un modo per prevenire questo effetto collaterale delle antracicline.
Ora, un team di esperti internazionali riuniti nella sede della Società Europea di Cardiologia (ESC) ha lanciato una sperimentazione chiamata RESILIENCE, finanziata con fondi dell’Unione Europea, per testare un promettente trattamento preventivo capace di ridurre l’impatto negativo della chemioterapia sul cuore. Il progetto nasce dalla collaborazione multidisciplinare tra cardiologi, ematologi, oncologi, imager cardiaci, industria, politici e, soprattutto, pazienti e associazioni di pazienti.
Si tratta di una procedura che “allena” il cuore, denominata “condizionamento ischemico a distanza”. È una sorta di training meccanico che prevede l'interruzione ripetuta dell'afflusso di sangue a un braccio per cinque minuti alla volta gonfiando un manicotto usato per misurare la pressione arteriosa. Il sangue pompato viaggia verso gli organi, rendendoli resistenti alle lesioni. Studi sperimentali hanno dimostrato che questa procedura può ridurre la cardiotossicità indotta dalle antracicline.
Nella nuova sperimentazione saranno coinvolti più di 600 pazienti affetti da linfoma non Hodgkin sottoposti a chemioterapia con antracicline provenienti da sette paesi europei. Attualmente sono stati già stati arruolati circa 100 pazienti. I partecipanti verranno divisi in maniera casuale in due gruppi: il primo sperimentale e il secondo di controllo con placebo. I partecipanti del primo gruppo saranno sottoposti a un condizionamento ischemico, gli altri riceveranno un intervento fittizio una volta alla settimana durante quattro mesi di chemioterapia. Verranno utilizzati metodi di imaging all'avanguardia per confrontare la funzione cardiaca tra i due gruppi.
«Questo è il primo studio randomizzato a valutare l'intervento in pazienti affetti da cancro sottoposti a chemioterapia con antracicline. Se lo studio avrà esito positivo, l'insufficienza cardiaca potrebbe essere notevolmente ridotta nei sopravvissuti al cancro», ha affermato Borja Ibanez, coordinatrice del progetto.