Malattie cardiovascolari: le disuguaglianze di genere e la mancata aderenza terapeutica penalizzano le cure
Esistono disuguaglianze nella cura delle malattie cardiovascolari che hanno un impatto sugli esiti clinici dei pazienti. A gettare una luce su questo fattore, in particolare nel caso della ipercolesterolemia, sono i dati delle sotto-analisi dello studio osservazionale SANTORINI e del programma di studio ETNA-AF, presentati da Daiichi Sankyo al Congresso europeo di cardiologia (ESC 2024 a Londra): nonostante le raccomandazioni delle linee guida siano simili per i due sessi, non sono state prescritte terapie ipolipemizzanti al basale al 23,9% dei pazienti di sesso femminile rispetto al 20,7% dei pazienti di sesso maschile.
D'altra parte, la mancata aderenza al trattamento dei pazienti affetti da fibrillazione atriale può aumentare significativamente il rischio di ictus ed è influenzata da fattori quali età, sesso e peso corporeo.
I risultati di una nuova sotto-analisi post hoc del programma ETNA-AF hanno mostrato che dei 9.417 pazienti che hanno completato lo studio di quattro anni, l'87,4% ha continuato a seguire il trattamento con edoxaban. L'interruzione e la non persistenza al trattamento erano entrambe associate a fattori quali l'aumento dell'età, il sesso maschile, gli estremi del peso corporeo, la bassa funzionalità renale, l'insufficienza cardiaca, la malattia vascolare, la malattia epatica cronica, l'uso di alcol, la fragilità percepita, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, il fumo, i sintomi correnti di fibrillazione atriale e l'ablazione.
«In Daiichi Sankyo continuiamo a tener fede al nostro impegno a lungo termine di fornire prove scientifiche che possano supportare il trattamento ottimale dei pazienti affetti da malattie cardiovascolari e a trovare soluzioni per gli individui che sono stati sotto-trattati» assicura Stefan Seyfried, vicepresidente del Medical Affairs, Specialty Medicines, di Daiichi Sankyo Europa.