Adolescenti a rischio di aritmie cardiache a causa dell’inquinamento
Il cuore di un adolescente batte al ritmo del PM 2,5. Quando un teenager respira aria inquinata ricca di particolato atmosferico potrebbe sperimentare delle aritmie cardiache, come la sensazione che il cuore salti un battito. Lo suggerisce uno studio pubblicato sul
Journal of the American Heart Association che per la prima volta valuta l’impatto delle polveri sottili sul ritmo del battito cardiaco degli adolescenti sani. Il particolato fine (PM2,5), particelle dalle dimensioni inferiori a 2,5 micron prodotte dai gas di scarico delle auto, può facilmente finire in profondità nei polmoni e persino entrare nel flusso sanguigno provocando irritazioni dei vasi che a lungo andare possono indurre malattie nelle arterie.
I ricercatori hanno analizzato l'impatto dell'inquinamento da particolato respiratorio su due tipi di aritmie caratterizzate entrambe da una contrazione anticipata del muscolo cardiaco, spesso descritta come un "battito cardiaco saltato”: le contrazioni atriali premature e le contrazioni ventricolari premature. In entrambi i casi il battito parte da sedi anomale e non dal nodo senoatriale, che è la fonte di origine ufficiale del battito.
Nelle contrazioni atriali premature, il battito cardiaco parte dagli atri, le camere superiori del cuore, prima che venga generato l’impulso normale. Generalmente il fenomeno non causa né sintomi né danni. Tuttavia, contrazioni atriali frequenti e premature sono state correlate a un aumentato rischio di fibrillazione atriale, una grave forma di aritmia che aumenta la probabilità di coaguli di sangue e ictus. Le contrazioni ventricolari premature si verificano invece quando il battito cardiaco ha origine da uno dei ventricoli (camere inferiori del cuore). Anche in questo caso le frequenti aritmie aumentano il rischio di infarto, ictus, insufficienza cardiaca o morte cardiaca improvvisa.
I ricercatori hanno analizzato i dati sulla salute di 322 adolescenti (età media 17 anni) che vivevano nella Pennsylvania centrale. Il campione è stato “preso in prestito” dallo studio Penn State Child Cohort, condotto tra il 2002 e il 2006, che ha reclutato bambini tra 6 e 12 anni seguiti per oltre 7 anni. I partecipanti non avevano malattie cardiache ed erano considerati a basso rischio di aritmie. I ricercatori hanno misurato simultaneamente l'esposizione alle polveri sottili nell'aria che ogni adolescente ha respirato (usando un dispositivo chiamato nefelometro) per 24 ore e i tracciati dell’elettrocardiogramma rilasciati dal dispositivo indossabile Holter .
Va specificato che la concentrazione media di PM2,5 misurata nello studio era di circa 17 microgrammi di particolato per metro cubo di aria (µg/m3) al giorno, ben al di sotto del livello di guardia di 35 µg/m3 stabilito dal Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA).
Dall’analisi è emerso che il 79 per cento dei partecipanti ha sperimentato almeno un episodio di aritmia nell’arco delle 24 ore. Di quel gruppo, il 40 per cento aveva solo contrazioni atriali premature, il 12 per cento solo contrazioni ventricolari premature e il 48 per cento entrambe.
È stato osservato un aumento del 5 per cento del numero di contrazioni ventricolari premature entro due ore dall'esposizione per ogni aumento di 10 µg/m3 di PM2,5. Non è stata invece trovata alcuna associazione tra la concentrazione di particolato e il numero di contrazioni atriali premature.
«È allarmante essere riusciti a osservare un impatto così significativo dell'inquinamento atmosferico sulle aritmie cardiache quando la qualità dell'aria è rimasta ben all'interno degli standard sanitari stabiliti dall'EPA. Il risultato potrebbe suggerire che gli adolescenti che vivono in aree altamente inquinate come i centri urbani abbiano un rischio ancora più elevato», ha dichiarato Fan He, docente in scienze della salute pubblica presso il Penn State College of Medicine di Hershey, in Pennsylvania, autore principale dello studio.