La dieta mediterranea può far diminuire il rischio di mortalità nelle persone con tumore

Lo studio

La dieta mediterranea può far diminuire il rischio di mortalità nelle persone con tumore

di redazione

La dieta mediterranea si rivela un alleato per la salute anche dopo una diagnosi di tumore: è questa la sintesi dei risultati di uno studio realizzato nell’ambito del Progetto UMBERTO, condotto dalla Piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi - Dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Istituto Neuromed, in collaborazione con l'Università LUM "Giuseppe Degennaro" di Casamassima (BA).

La ricerca ha mostrato che le persone che avevano ricevuto una diagnosi per qualsiasi tipo di tumore e che avevano aderito, nell’anno precedente il loro ingresso nello studio, a uno stile alimentare ispirato ai principi mediterranei vivono più a lungo rispetto a chi aderisce meno alla dieta mediterranea.

Pubblicata sulla rivista JACC CardioOncology, la ricerca ha analizzato i dati di 800 adulti italiani, uomini e donne, che al momento dell’ingresso nello studio epidemiologico “Moli-sani” avevano già avuto una diagnosi di tumore. I partecipanti sono stati seguiti per oltre 13 anni e per tutti erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari.

«Il ruolo protettivo della dieta mediterranea nella prevenzione primaria di alcuni tumori è ben noto in letteratura» ricorda Marialaura Bonaccio, primo autore dello studio e Co-Principal Investigator della Piattaforma congiunta. «Tuttavia – precisa - si sa ancora poco sui potenziali benefici che questo modello alimentare può avere per chi invece ha già avuto una diagnosi di tumore».

I risultati della ricerca indicano che le persone che avevano avuto un tumore e riferivano che nell’anno precedente il loro ingresso nello studio avevano seguito uno stile alimentare mediterraneo avevano, negli anni successivi, un rischio di mortalità più basso del 32% rispetto a chi invece non aveva seguito la dieta mediterranea. Il beneficio era particolarmente evidente, segnala Bonaccio, per la mortalità cardiovascolare, ridotta del 60%.

Sono dati che, secondo Benedetta Donati, Principal Investigator della Piattaforma congiunta, «confermano un’ipotesi interessante e cioè che malattie croniche apparentemente molto diverse, come i tumori e le patologie cardiovascolari, condividano in realtà stessi meccanismi molecolari. È quello che in letteratura è noto come “common soil”, un terreno comune da cui si originano queste diverse patologie». La dieta mediterranea, come ricorda infine Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Umberto Veronesi, «è composta principalmente da alimenti che sono fonti naturali di sostanze antiossidanti, come frutta, verdura e olio di oliva, che potrebbero spiegare il vantaggio riscontrato nei confronti della mortalità tumorale e cardiovascolare, che sappiamo essere ridotta da diete particolarmente ricche di questi composti bioattivi».