Tumori al seno metastatici HR positivi: svolta nelle cure grazie agli anticorpi coniugati

Lo studio

Tumori al seno metastatici HR positivi: svolta nelle cure grazie agli anticorpi coniugati

di redazione

Nei tumori del seno HER2 positivi l'utilizzo degli anticorpi coniugati trastuzumab deruxtecan dopo la terapia ormonale standard per le fasi iniziali migliora la sopravvivenza libera da progressione della malattia rispetto alla chemioterapia e riduce il rischio globale di progressione e morte.

A dimostrarlo sono i risultati appena pubblicati sul New England Journal of Medicine di uno studio internazionale coordinato da Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione Nuovi farmaci per terapie innovative dell’Istituto europeo di oncologia.

I tumori HER2 positivi costituiscono il 70 per cento di tutti i tumori del seno.

Lo studio pubblicato sul NEJM, commenta Curigliano, «è una pietra miliare verso la definizione di terapie efficaci per i tumori della mammella positivi per i recettori per estrogeni metastatici e basso livello di espressione di HER2. Per le pazienti è una svolta perché la parola stessa “metastasi” farà meno paura e aderiranno alle cure con più fiducia. Con la giusta sequenza di terapie, la cronicizzazione della malattia metastatica è oggi un obiettivo raggiungibile».

In sintesi, l’anticorpo riconosce i recettori, penetra nella cellula tumorale e rilascia la carica del chemioterapico, agendo come un cavallo di Troia. Uno di questi farmaci è il trastuzumab deruxtecan, molecola capace di legarsi ai recettori HER2, anche se solo debolmente espressi dalla cellula tumorale. Il farmaco viene già utilizzato nel tumore al seno metastatico, ma come seconda linea di trattamento, dopo la chemioterapia. Nello studio appena pubblicato (DESTINY-Breast06), gli autori hanno valutato l'utilizzo dell'anticorpo coniugato subito dopo la terapia endocrina, evitando il trattamento chemioterapico.

«Le pazienti con tumore della mammella metastatico HR+, HER2-low e HER2-ultralow, trattate con trastuzumab deruxtecan dopo terapia endocrina hanno vissuto più a lungo, in media cinque mesi in più, senza progressione o peggioramento della malattia rispetto a quelle trattate con chemioterapia standard» precisa Curigliano. «Questo risultato cambia il modo di trattare il tumore del seno metastatico HR+ - assicura l'esperto - perché utilizzando trastuzumab-deruxtecan più precocemente non solo otteniamo un trattamento più efficace, ma possiamo estendere la popolazione di pazienti che può averne i benefici».