Covid-19: lo strano caso delle bambine cresciute in fretta. Durante la pandemia sono aumentati i casi di pubertà precoce

Lo studio

Covid-19: lo strano caso delle bambine cresciute in fretta. Durante la pandemia sono aumentati i casi di pubertà precoce

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Immagine: Great Sand Dunes National Park and Preserve, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Forse la responsabilità è delle tante ore passate davanti agli schermi, della sedentarietà, dello stress e dell’isolamento sociale. Oppure delle infezioni di Covid associate all’obesità, noto fattore di rischio della pubertà precoce. Non si può escludere l’ipotesi dell’adattamento biologico

Per l’anagrafe erano ancora bambine e non si aspettavano che i cambiamenti del corpo indicativi del passaggio alla fase adolescenziale arrivassero così presto. È uno dei tanti effetti della pandemia, tra i meno studiati finora. A metterlo in evidenza è uno studio italiano su 133 ragazze: nell’arco di quattro anni, tra gennaio 2016 e marzo 2020, i casi di pubertà precoce sono stati 72, mentre in poco più di un anno, durante Covid-19 (tra marzo 2020 e giugno 2021) si sono registrati 61 casi, quattro nuove diagnosi di pubertà precoce al mese. 

All’origine di questa anomalia, descritta sul Journal of the Endocrine Society, potrebbe esserci una serie di potenziali fattori di rischio  come un aumento del tempo passato davanti agli schermi dei vari dispositivi usati per l’intrattenimento e, parallelamente, una riduzione dell’attività fisica.  

Quel che è certo, come lo studio ha dimostrato, è che negli ultimi due anni è notevolmente aumentato il numero di bambine indirizzate agli endocrinologi pediatrici perché gli inequivocabili segni di sviluppo  (aumento del volume del seno, comparsa dei peli pubici e ascellari, prime mestruazioni) sono arrivati imprevisti prima degli 8 anni  

Può anche darsi che Covid-19 abbia una responsabilità diretta, dato che le infezioni di Sars-Cov-2 sono associate a malattie endocrine come l’obesità che è a sua volta un noto fattore di rischio per la pubertà precoce nelle ragazze. Non si può escludere, quindi, che lo “strano caso” delle bambine cresciute in fretta durante la pandemia sia dovuto, almeno in parte, proprie alle infezioni. 

«Il nostro studio conferma l'aumento delle diagnosi di pubertà precoce durante Covid-19 e identifica fattori di rischio come cattive abitudini alimentari e ridotto esercizio fisico, troppo tempo passato davanti allo schermo e disturbi del sonno. Abbiamo riscontrato un incremento dei casi di aumento di peso tra le ragazze con diagnosi di pubertà precoce durante la pandemia e un rapido aumento del peso corporeo è associato a uno sviluppo puberale precoce», ha affermato Mohamad Maghnie dell’ Università di Genova e Istituto Giannina Gaslini di Genova, autore dello studio. 

I ricercatori hanno anche scoperto che le ragazze con diagnosi di pubertà precoce durante la pandemia di Covid-19 tendevano ad avere valori dell’ indice di massa corporea più elevati rispetto alle ragazze il cui sviluppo ormonale proseguiva al ritmo “standard”. 

Le bambine che hanno anticipato i tempi e si sono ritrovate con un corpo da ragazze ai primi anni delle elementari avevano trascorso in media due ore al giorno utilizzando dispositivi elettronici e l’88,5 per cento di loro aveva interrotto qualsiasi attività fisica.

Ma la sedentarietà forse non è l’unica spiegazione. Altre ipotesi sono al vaglio dei ricercatori. 

«Il ruolo dello stress, l'isolamento sociale, l'aumento dei conflitti tra i genitori, lo stato economico e l'aumento dell'uso di disinfettanti per mani e superfici potrebbero essere fornire ulteriori ipotesi da approfondire sul motivo per cui la pubertà precoce sta aumentando nei giovani. Anche se l’ipotesi che si tratti di una conseguenza dell'adattamento biologico non possa essere completamente esclusa», conclude Maghnie.