Il dolore delle donne è sottovalutato e sotto trattato

La denuncia

Il dolore delle donne è sottovalutato e sotto trattato

di redazione

Non solo per redditi e condizioni economiche ma anche nel dolore: il divario che separa donne e uomini va ben oltre i soldi. il Gender Pain Gap è il fenomeno per cui il dolore, quando riferito e percepito dalle donne, viene sottovalutato e sotto trattato.

«Come pazienti fibromialgiche, conosciamo questo fenomeno e lo sperimentiamo sulla nostra pelle» dice Barbara Suzzi, presidente del Comitato fibromialgici uniti (Cfu) Italia. «Sappiamo che il dolore cronico provoca anche emarginazione sociale – precisa - e il trattamento insufficiente espone al rischio di cronicizzazione, depressione, insonnia, astenia, con compromissione del funzionamento personale e ripercussioni sul lavoro».

La differenza con cui il dolore delle donne «viene sistematicamente sottovalutato, non considerato e non trattato è un problema culturale - continua - ed è ascrivibile al dominio del potere maschile in cui uomini e donne sono considerati intrinsecamente diversi e i valori maschili sono considerati più positivi di quelli femminili. Questa cultura non solo è una forma di discriminazione e pregiudizio legato al genere, ma si riflette nell'assistenza sanitaria, con differenze medicalmente non motivate nel trattamento di uomini e donne».

Il divario di genere si estende anche al Pronto soccorso, dove gli uomini aspettano una media di 49 minuti prima di ricevere antidolorifici in caso di dolore addominale acuto mentre le donne aspettano una media di 65 minuti nella stessa situazione. Le donne hanno anche la metà delle probabilità degli uomini di ricevere antidolorifici dopo un intervento chirurgico di bypass coronarico. Studi condotti nel Regno Unito rivelano che interpretare il dolore come ansia contribuisce al 50% in più di errata diagnosi dopo un attacco di cuore. Un sondaggio del 2020 sulle persone con endometriosi, che richiede in media da sette a nove anni per essere diagnosticata, ha rilevato che le associazioni di dolore ginecologico hanno contribuito a diagnosi ritardate e mancate nel 50 per cento dei casi.

«Le donne non vengono prese sul serio – sostiene infine Suzzi - oppure si ritiene che dovendo partorire siano più avvezze e “destinate” a sopportarlo. Una sorta di contraddizione: perché la donna viene contemporaneamente considerata debole e non in grado di tollerare il dolore o di sopravvalutarne i livelli».