Ematologia: le frontiere dell’innovazione terapeutica e gli impatti sull’organizzazione
Solo nell’ultimo triennio, otto farmaci ematologici, di cui sette oncoematologici, hanno ricevuto l’innovatività piena o condizionata. Più in generale, le innovazioni in ambito ematologico degli ultimi venti anni hanno permesso di rivoluzionare la prognosi e la storia clinica di diverse malattie, oncologiche e non, aumentando sensibilmente la curva di sopravvivenza e migliorando la qualità di vita di molti pazienti.
A fronte di questa accelerazione dell'innovatività e della ricerca, però, il carico burocratico per gli specialisti diventa sempre più oneroso: un ematologo, infatti, impiega in media quasi la metà (il 47%) del proprio tempo in pratiche amministrative.
Partendo da queste premesse e dall'intento di liberare tutto il potenziale di questa evoluzione, il Position Paper “Le frontiere dell’innovazione terapeutica e gli impatti sull’organizzazione in Ematologia”, elaborato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Novartis, suggerisce raccomandazioni e proposte che intendono migliorare la qualità di vita dei pazienti e al contempo creare valore per il sistema sanitario.
«Nel nostro Paese, se da un lato scontiamo un gap di risorse dedicate alla ricerca e sviluppo rispetto ai principali competitor, dall’altro possiamo vantare un posizionamento di rilievo in diversi settori della ricerca avanzata, compresa l’ematologia, forte di una lunga tradizione di eccellenza» ricorda Daniela Bianco, Partner di The European House–Ambrosetti e responsabile della Practice Healthcare.
Il Position Paper, presentato martedì 26 novembre a Roma, contiene pertanto proposte di policy che si sviluppano in due linee di intervento e sette priorità d’azione.
In sintesi, quanto alla Governance, secondo il documento emerge la necessità di istituire presso il ministero della Salute un Coordinamento nazionale delle Reti ematologiche regionali; di creare presso l'Agenasun Osservatorio per il monitoraggio e la valutazione dello stato di attuazione e del funzionamento delle Reti ematologiche; di riorganizzare l’attività diagnostica per garantire equità nell’accesso.
A livello di capitale umano, il documento ritiene essenziale migliorare la programmazione dei fabbisogni del personale sanitario, attraverso alcune azioni prioritarie: revisione dei criteri di programmazione a partire dal sistema del «minutaggio» del personale infermieristico; adeguamento dei corsi di specializzazione per i medici all’evoluzione delle terapie e percorsi formativi per infermieri esperti in ematologia; rafforzamento e tutela del riconoscimento giuridico-istituzionale dell’infermiere di ricerca clinica; potenziamento degli organici del personale tecnico e amministrativo a partire dai data manager.
L’ematologia, commenta infine Paola Coco, Chief Scientific Officer e Medical Affairs Head di Novartis Italia, «è un’area in cui l’arrivo di nuove terapie potrà apportare benefici importanti per prolungare e migliorare la vita dei pazienti. Novartis, da sempre, è impegnata nello sviluppare innovazione terapeutica, promuovere equità nell’accesso e collaborazione con la comunità medico-scientifica, le Associazioni di pazienti e le Istituzioni per affrontare le sfide sanitarie del futuro».