Malati d’ospedale. 1 paziente su 12 contrae un’infezione durante il ricovero
Ogni secondo, in Europa, una persona contrae un’infezione ospedaliera. Polmoniti, infezioni delle vie urinarie, della ferita dopo un’operazione. È una cifra enorme, che ammonta annualmente a 4,3 milioni di persone, l’8% dei ricoveri europei, secondo un rapporto pubblicato dallo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc).
Il problema è ben chiaro alle autorità sanitarie. «Le infezioni associate all’assistenza sanitaria rappresentano una sfida significativa per la sicurezza dei pazienti negli ospedali di tutta Europa. Questi numeri recenti evidenziano l’urgente necessità di ulteriori azioni per mitigare questa minaccia», ha affermato in una nota la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon.
Anche le misure per contrastare il fenomeno sono ormai note. «Dando priorità alle politiche e alle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, nonché alla gestione antimicrobica e al miglioramento della sorveglianza, possiamo combattere efficacemente la diffusione di queste infezioni e proteggere la salute dei pazienti», ha dett ancora Ammon.
Ciononostante, nell’ultimo quindicennio, secondo i dati Ecdc nulla è cambiato. Se non in peggio: per esempio, cresce l’antibiotico-resistenza: 1 microrganismo su 3 tra quelli responsabili delle infezioni ospedaliere, infatti, non risponde a importanti antibiotici. Parallelamente aumenta l’uso di antibiotici - non sempre appropriato - negli ospedali: nel 2022-2023 il 35,5% dei pazienti ricoverati, qualunque fosse la causa dell’ingresso in ospedale, ha ricevuto almeno un agente antimicrobico, rispetto al 32,9% del precedente rapporto risalente al 2016-2017. Tra le novità, anche Covid: è responsabile di circa il 7% di tutte le infezioni acquisite in ospedale.
Per quel che riguarda l’Italia, con quasi 430 mila infezioni l’anno è seconda solo alla Germania (580 mila) e poco avanti alla Francia (436 mila) per numero assoluto di infezioni ospedaliere. Alto anche l’utilizzo di antibiotici, che vengono prescritti al 44,7% dei pazienti ricoverati.