Le malattie cardiovascolari costano 41 miliardi l'anno
Con oltre 220 mila decessi ogni anno, che corrispondono a 25 ogni ora, in Italia, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte nella popolazione adulta. L’impatto socioeconomico è altrettanto pesante:
in Europa i costi associati a queste patologie corrispondono a 282 miliardi di euro, pari a 636 euro pro-capite. A livello italiano, questi costi ammontano a oltre 41 miliardi di euro, ovvero il 15 per cento della spesa sanitaria, pari a 726 euro pro-capite, e quindi al di sopra della media europea.
Uno scenario allarmante che, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, ha suggerito un'azione congiunta tra la farmaceutica Novartis e i principali esperti del cuore, riuniti in un incontro a Roma alla Camera dei Deputati per condividere l’urgenza di avviare strategie di prevenzione e interventi mirati volti ad affrontare la crescente incidenza delle malattie cardiache.
L’impatto delle malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari costituiscono oggi la prima causa di morte nell’adulto di cui il 30 per cento ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi della parete arteriosa (cardiopatia ischemica, l’ictus ischemico e l’arteriopatia periferica).
A livello globale, un terzo delle cardiopatie ischemiche è attribuibile a ipercolesterolemia che è responsabile di 4,4 milioni di decessi all’anno. Le anomalie del metabolismo lipidico, in particolar modo i livelli elevati di colesterolo LDL, giocano un ruolo cruciale nel determinare le malattie cardiovascolari, costituendo il maggior fattore di rischio.
Si stima che in Italia siano almeno 7,5 milioni le persone coinvolte in problemi ad esse correlati, a cominciare proprio dall’ipercolesterolemia che interessa almeno il 23 per cento delle donne e il 21 per cento degli uomini italiani, una percentuale che può addirittura a superare il 35% se si considerano anche i valori borderline di colesterolo LDL.
La sfida di ridurre e sostenere i livelli di colesterolo
Nonostante si tratti del fattore di rischio cardiovascolare più facilmente modificabile, ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dei livelli di colesterolo LDL è ancora una sfida, tanto che 8 pazienti su 10 ad alto rischio non sono in grado di ridurre il loro LDL-C ai livelli raccomandati.
Uno scenario confermato anche dal rapporto OsMed 2022 che ha evidenziato come solo il 43,6 per cento della popolazione in trattamento con ipolipemizzanti, è aderente alla terapia, riportando inoltre che questa si riduce nel tempo a causa della complessità del regime terapeutico e degli effetti indesiderati.
Novartis, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Scompensati Italiani e della Fondazione Italiana per il Cuore, sarà presente “nel cuore” di alcune città italiane - tra cui a Roma il 30 settembre in Piazza San Cosimato, e a Napoli il 4 ottobre in Piazza Ugo la Malfa -, con appuntamenti di misurazioni gratuite del profilo lipidico.