Prevenzione e informazione, un connubio indispensabile

L'indagine

Prevenzione e informazione, un connubio indispensabile

di redazione

La scarsa informazione è tra i motivi che più scoraggiano le persone a vaccinarsi.

È, questo, uno dei principali risultati di una ricerca realizzata da Cittadinanzattiva del Lazio presentati mercoledì 12 giugno. Obiettivo dell'indagine era investigare l’attuale stato di conoscenza da parte di cittadini e operatori del valore della prevenzione. I questionari raccolti sono stati 433 dai cittadini e 192 dagli operatori sanitari.

Dall'analisi dei risultati appare chiaro che una prima grande questione è legata alla corretta informazione sui vaccini, alla loro sicurezza, qualità, efficacia e agli eventuali effetti collaterali. Il 30,6% di chi ha risposto dichiara di non esser stato correttamente informato sui vaccini disponibili; solitamente è il personale del centro vaccinale (52,6%) a fornire le informazioni, seguito dal medico di medicina generale (24,2%). Le due vaccinazioni più “gettonate” sono per il COVID (45%) e l'antinfluenzale (29%).

I cittadini hanno sottolineato alcune aree di “crisi”: poca informazione sulla disponibilità di vaccinazione in età adulta; quando e dove farli; effetti dei vaccini e loro gestione.

Inoltre, in modo maggioritario i cittadini ritengono che tra i motivi che scoraggiano le persone a vaccinarsi siano più significativi proprio la poca informazione, la paura per eventuali controindicazioni/effetti collaterali, le informazioni spesso contraddittorie. Tra le richieste, quelle di materiali informativi sul tema (è la seconda voce con punteggio massimo di cinque su scala da uno a cinque superata solo dalla chiamata attiva).

Un quadro che si ritrova sostanzialmente anche dal lato degli operatori sanitari, i quali ritengono che tra i motivi che scoraggiano le persone a vaccinarsi siano più significativi la paura per eventuali controindicazioni/effetti collaterali, la scarsa informazione, la poca fiducia nei vaccini, informazioni spesso contraddittorie. Quanto alle proposte, gli operatori sanitari propendono per il colloquio individuale con il medico di medicina generale, seguito da campagne di informazione sui mass media, il colloquio con il personale del centro vaccinale.

Sull’accessibilità, i tre luoghi che riscuotono maggiore successo tra i cittadini sono nell'ordine lo studio del medico di medicina generale; la farmacia; il luogo di lavoro. Anche in questo caso, gli operatori sanitari confermano, con risposte prevalenti come “lo studio del medico di medicina generale”, seguito dal “centro vaccinale” e dal “luogo di lavoro”; buone anche le preferenze per la “farmacia” e l’“ospedale”.

Focus sull'Herpes Zoster. In generale, per i cittadini, la conoscenza dell’Herpes Zoster, dei sintomi e delle complicanze, della sua presenza nei Lea non è soddisfacente (il 74,3% non sa che la vaccinazione è un Lea e quindi un obbligo/obiettivo per le Istituzioni).

Gli operatori sanitari mostrano una conoscenza abbastanza precisa della patologia, ma il 56,6% ha risposto di non conoscere l’offerta gratuita della vaccinazione anti Herpes Zoster in base alle coorti di età e condizioni di rischio per patologia nella Regione.