Tumori: quest'anno 395 mila casi. In 13 anni evitate 268 mila morti, ma nel 2022 cala l'adesione agli screening

I numeri del cancro

Tumori: quest'anno 395 mila casi. In 13 anni evitate 268 mila morti, ma nel 2022 cala l'adesione agli screening

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Immagine: Science Photo Library [CC BY-NC]
di redazione
Dopo la pandemia c'è stato un aumento di 18.400 diagnosi. Il tumore più diagnosticato è il carcinoma della mammella. Si prevede che nei prossimi due decenni le nuove diagnosi nel nostro Paese aumenteranno in media ogni anno dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Ma le cure progrediscono

Saranno 208 mila negli uomini e 187 mila nelle donne le nuove diagnosi di tumore stimate in Italia alla fine di quest'anno, per un totale di 395 mila. Nei tre anni post pandemia l’aumento è stato di 18.400 diagnosi (erano 376.600 nel 2020). Il tumore diagnosticato più frequentemente nel 2023 è il carcinoma della mammella (55.900 nuovi casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700).

Sono alcuni dati tratti dalla tredicesima edizione del volume I numeri del cancro in Italia 2023, realizzato dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Airtum (Associazione italiana registri tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio nazionale screening (Ons), Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in italia), Passi d’argento e dalla Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap). Il volume è stato presentato martedì 12 dicembre in una conferenza stampa a Roma all’Istituto superiore di sanità.

Gli esperti prevedono che nei prossimi due decenni il numero di nuove diagnosi di tumore nel nostro Paese aumenterà in media dell'1,3 per cento ogni anno negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Dall’altro lato, però, l’oncologia del nostro Paese fa registrare importanti progressi, con migliaia di vite salvate: in 13 anni, dal 2007 al 2019, sono state evitate 268.471 morti per tumore.

Serve più prevenzione

Vi sono, tuttavia, aree in cui i passi avanti sono ancora limitati, a partire dai tumori causati dal fumo di sigaretta nelle donne e dal cancro del pancreas in entrambi i sessi, per il quale non si sono registrati miglioramenti nella diagnosi precoce e nelle terapie.Serve pertanto più impegno nella prevenzione, sia primaria sia secondaria. Il 24% degli adulti, infatti, fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E nel 2022 c'è stato a livello nazionale un calo del 3% della copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici. Drastica la diminuzione al Nord, dove l’adesione alla mammografia è passata dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022 e allo screening colorettale, in discesa dal 45% al 38%.

Garantire a tutti le cure più innovative 

«È essenziale garantire a tutti i pazienti le cure sempre più innovative che la ricerca scientifica mette a disposizione» chiede Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom. «Situazioni cliniche, per le quali fino a un decennio fa le opzioni terapeutiche erano molto limitate – prosegue - oggi prevedono una sequenza di più linee di trattamento. Basti citare il tumore del rene, della prostata o l’epatocarcinoma». Affrontare il tema della salute «significa confrontarsi con le aspettative e le attese di milioni di pazienti – continua Cinieri - immedesimarsi con i loro disagi quotidiani e difendere la loro qualità di vita. Per questo dobbiamo impegnarci per continuare a tenere alto l’attuale livello del sistema sanitario nazionale, che resta uno dei migliori al mondo, e dobbiamo consolidare ancor di più la collaborazione fra Istituzioni, clinici e pazienti».

I progressi delle terapie

Gli ultimi venti anni hanno testimoniato numerosi progressi nella cura dei pazienti oncologici. «Le terapie mirate – osserva Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom - hanno consentito di ottenere, nei casi eleggibili sulla base del profilo molecolare, risposte obiettive molto importanti, associate spesso a un controllo di malattia prolungato nel tempo. L’altra grande rivoluzione – aggiunge - è stata rappresentata dall’introduzione dei farmaci immunoterapici di nuova generazione. L’immunoterapia ha modificato l’algoritmo terapeutico di numerosi tumori solidi e si caratterizza per ottenere, in una percentuale di pazienti, una risposta di lunghissima durata, a volte anche di anni. Ad esempio, quando il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato era rappresentato dalla sola chemioterapia, la sopravvivenza a cinque anni era intorno al 5%. Oggi le analisi a lungo termine degli studi condotti con l’immunoterapia dimostrano che la possibilità di essere vivi a cinque anni è salita significativamente fino al 20-30%. Un cambiamento culturale molto importante è costituito anche dalla maggiore attenzione alla qualità di vita e agli esiti riferiti dai pazienti, sia nella ricerca che nella pratica clinica».

Cala la mortalità

I passi avanti nelle cure si traducono nella riduzione della mortalità per cancro, cioè in vite salvate: «In entrambi i sessi il numero osservato di morti causate da tutti i tumori è stato ogni anno, dal 2007 al 2019, inferiore al numero atteso rispetto ai tassi medi del 2003-2006» sottolineano Fabrizio Stracci, presidente Airtum, e Diego Serraino, direttore dell'Epidemiologia oncologica e registro tumori del Friuli Venezia Giulia. In particolare, sono stati stimati negli uomini 206.238 e nelle donne 62.233 decessi in meno rispetto a quelli attesi, cioè una diminuzione, rispettivamente, del 14,4% e del 6,1%. Il dato più eclatante riguarda la mortalità per cancro del polmone, causato in più dell’80% dei casi dal fumo di tabacco: negli uomini il 36,6% delle morti oncologiche evitate nel periodo 2007-2019 è legato ai progressi compiuti nella lotta al tabagismo, oltre che alle migliorate pratiche diagnostico-terapeutiche-assistenziali. Nelle donne, a pari opportunità di diagnosi e cura, è stato invece documentato un eccesso di 16.036 morti, il 16% in più di quanto atteso. «Un quadro, quindi – sottolineano Stracci e Serraino - che riflette una diversità di genere nella diffusione dell’abitudine di fumare nel corso del tempo e che suggerisce l’opportunità di portare avanti con forza la lotta al tabagismo».

Fumo, sedentarietà e alcol i principali nemici

Come osserva Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza Passi e Passi d'argento, coordinati dall’Istituto superiore di sanità, l’abitudine al fumo è più frequente tra gli uomini, tra i più giovani, nel Centro-Sud ed è fortemente associata allo svantaggio sociale, perché è più diffusa tra le persone con molte difficoltà economiche o meno istruite. La sedentarietà è più frequente tra le donne, aumenta con l’età e mostra una differenza geografica a sfavore delle Regioni del Meridione (42% rispetto al 17% nel Nord). Questa cattiva abitudine è aumentata significativamente, passando dal 23% del 2008 al 29% nel 2022. Anche l’eccesso di peso, che interessa più di quattro adulti su dieci, presenta i valori più elevati nelle Regioni del Sud. Un italiano su sei, inoltre, consuma alcol a livelli rischiosi per la salute. Diversamente dagli altri fattori di rischio, il consumo di alcol è più frequente tra le classi sociali più abbienti, senza difficoltà economiche o con livelli di istruzione elevati.

Rilanciare gli screening

Resta aperta anche la sfida costituita dalla prevenzione secondaria. I dati aggiornati al 2022 mostrano, per quanto riguarda ad esempio gli screening mammografico e colorettale, «una considerevole e generalizzata difficoltà a mantenere le performance osservate nel 2021» sottolinea Paola Mantellini, direttrice dell'Osservatorio nazionale screening. «In molti casi – aggiunge - si può dire che gli effetti della pandemia si ripercuotano anche nel 2022».

Il Ssn, una garanzia che ha bisogno di manutenzione

Le quasi 270 mila morti evitate costituiscono motivo d'orgoglio per il Servizio sanitario italiano, sostiene Francesco Perrone, presidente Aiom. Un Ssn «che ha tanti difetti, ma è una garanzia fortissima» che però «ha bisogno di manutenzione». Ci sono «segnali di cose che non vanno», rilevabili anche nel volume sui numeri del cancro, che non vanno ignorati perché solo esercitando «il senso critico si può aiutare il Servizio sanitario nazionale a continuare a esistere e a funzionare meglio». Per esempio, sappiamo che l'incidenza dei tumori è in inarrestabile aumento, che le cure oncologiche funzionano sempre di più e che aiutano a cronicizzare la malattia. Tutto questo, avverte il presidente Aiom, significa sempre maggior «carico di lavoro per le strutture del Servizio sanitario nazionale: più casi, sopravvivenza più lunga, più cronicità». Ma «stiamo diminuendo di numero. È un problema, un problema politico, un problema per la tenuta del Paese. Perchè se non funziona il Servizio sanitario nazionale crolla il Paese. Non solo per ciò che dice l'articolo 32 della Costituzione ma anche perché intorno alla salute si mantengono tutte le altre cose. Quanto il Covid abbia inciso sulle attività che non c'entrano con la salute avrebbe dovuto farcelo capire. Fare I numeri del cancro – conclude Perrone - ormai significa rappresentare un valore sociale e civile in questo Paese, che è allo stesso tempo motivo di orgoglio e di grande senso di responsabilità».