Assistenza agli anziani: crisi e carenza di personale minano la qualità dei servizi

Il Rapporto

Assistenza agli anziani: crisi e carenza di personale minano la qualità dei servizi

di redazione

Nelle Rsa italiane mancano il 21,7% degli infermieri, il 13% dei medici e il 10,8% degli operatori sociosanitari. Sono alcuni dei preoccupanti numeri risultati dell’annuale Rapporto sulla Long Term Care di Cergas SDA Bocconi ed Essity.

Tra le cause di questa carenza di personale c'è anche la competizione tra settore sanitario e sociosanitario: il 61,7% degli infermieri, infatti, ha lasciato le Rsa per nuovi contratti di lavoro nel comparto sanitario ospedaliero. Tutto ciò mette a rischio la qualità del servizio assistenziale e la crescita del settore stesso.

La crisi del personale impatta direttamente sulle aziende, come testimoniano i gestori delle Rsa che hanno partecipato allo studio: secondo il 90%, i costi del personale sono aumentati nel 2022, mentre il 74% dichiara che il burn out dei dipendenti è cresciuto e che la qualità dei servizi è peggiorata in virtù della carenza numerica.

Tuttavia, per la prima volta il Rapporto evidenzia anche che dal confronto con le normative regionali risulta che le aziende hanno mediamente dotazioni di organico maggiore di quanto richiesto dalle norme: il campione analizzato mostra infatti una media di un infermiere ogni 5,1 operatori sanitari (dato 2021), più alto rispetto al rapporto medio di 5,6 definito dagli standard regionali.

«I dati mostrano che affrontare la crisi del personale è possibile – sottolinea Elisabetta Notarnicola, docente presso la SDA Bocconi School of Management e coordinatrice del Rapporto - ma serve un investimento in una duplice direzione: ripensare i servizi in funzione anche delle nuove necessità dei professionisti e operatori e investire ancora di più sulle persone. Negli anni le Regioni hanno prodotto regole e norme eterogenee, che rischiano di trasformarsi in disordine e complessità se non si trovano risposte di policy univoche. Lo sforzo delle aziende nel superare la crisi è notevole – aggiunge - ma per un reale cambiamento è necessario che le singole risposte siano coordinate in una visione d’insieme più ampia».

Nel 2020 le persone over 65 non autosufficienti in Italia erano quasi 4 milioni, pari al 28,4% del totale. Un numero importante, che richiama la necessità di fare in modo che il settore dell’assistenza agli anziani sia in grado di rispondere ai bisogni di questa coorte di popolazione.

Il Rapporto «ci permette di analizzare lo stato di salute del settore assistenziale – interviene Massimo Minaudo, amministratore delegato di Essity Italia - fornendoci indicazioni preziose sulle sue reali necessità. Il bisogno di unitarietà per superare la molteplice interpretazione degli standard normativi è certamente il dato più eloquente – sottolinea - che dimostra come il settore Long Term Care necessiti di un’azione di coordinamento mirata, per rispondere in maniera sempre più efficacie alle esigenze dei soggetti non autosufficienti».