Mammografia anche per i maschi? Sì, se sono ad alto rischio di tumore della mammella

La proposta

Mammografia anche per i maschi? Sì, se sono ad alto rischio di tumore della mammella

di redazione
Diagnosi precoce, elevata accuratezza, poche possibilità di errori. La mammografia per gli uomini a elevato rischio di carcinoma mammario funziona anche meglio che per le donne. E allora perché non esistono ancora delle linee guida per lo screening maschile?

Anche gli uomini dovrebbero fare la mammografia? Non tutti, ma quelli ad alto rischio di ammalarsi di tumore della mammella farebbero bene a sottoporsi allo screening. L’invito a controllarsi il seno rivolto ai maschi potrebbe sembrare a prima vista curioso, ma non lo è affatto. Per due ragioni: innanzitutto perché il tumore della mammella, generalmente considerato una malattia prettamente femminile, può svilupparsi anche nei maschi, e solitamente in forma più grave che nelle femmine, e poi perché l’esame mammografico è più efficace negli uomini per la scarsa presenza di tessuto fibroghiandolare.

Quindi, alla fine, sarebbe strano il contrario: perché escludere dallo screening proprio coloro che avrebbero risultati più certi? È questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori del dipartimento di radiologia del New York University Langone Medical Center che hanno condotto la prima valutazione dell’impatto dello screening mammografico sugli uomini ad elevato rischio, ovvero con casi di malattia in famiglia o con una forte predisposizione genetica.

 «Lo screening mammografico ha contribuito a migliorare la prognosi per le donne con carcinoma mammario. Ma per gli uomini non esistono linee guida di screening formalizzate, quindi per loro aumentano le probabilità di avere una diagnosi in una fase più avanzata», ha dichiarato il primo firmatario dello studio, Yiming Gao del New York University Langone Medical Center.

I ricercatori hanno analizzato i risultati degli esami al seno di 1.869 uomini dall’età media di 55 anni che si sono sottoposti a periodici controlli per un periodo di 12 anni. 

Grazie alla mammografia sono state individuate in tutto 2.304 lesioni, su 149 delle quali è stata effettuata una biopsia che si è conclusa con una diagnosi di tumore maligno in 41 casi (27,5%). 

La percentuale di tumori individuata con lo screening negli uomini a elevato rischio è molto superiore a quella individuata nelle donne: nei pazienti maschi sono stati individuati 18 casi su 1000 esami, mentre nelle donne il rapporto è di 3-5 su 1000. 

Inoltre, i tumori maschili erano tutti a uno stadio iniziale senza compromissione dei linfonodi: una diagnosi precoce equivale a una prognosi migliore. 

Non solo: la mammografia difficilmente sbaglia quando viene effettuata sugli uomini, individuando una lesione nel 100 per cento dei casi e distinguendo un tumore della mammella da altre formazioni nel 95 per cento degli esami. 

«Questi risultati dimostrano che è possibile rilevare precocemente il carcinoma mammario maschile e sembra che la mammografia sia efficace nello screening mirato di uomini ad alto rischio. Abbiamo dimostrato che il carcinoma mammario maschile può essere diagnosticato anche quando non è sintomatico», ha detto Gao.

I ricercatori sperano che i dati emersi dal loro studio vengano confermati da indagini più ampie che contribuiscano alla stesura di linee guida per lo screening maschile del tumore della mammella in modo tale da anticipare la diagnosi della malattia. «È necessario ripensare la nostra strategia per la diagnosi del carcinoma mammario maschile. Speriamo che questi risultati forniscano una base per ulteriori indagini e possano essere di aiuto alla stesura di linee guida standardizzate dello screening per alcuni gruppi di uomini ad alto rischio», conclude Gao. 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Radiology.