No, le sigarette elettroniche non aiutano a smettere di fumare
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Le sigarette elettroniche non sono la strategia più efficace per smettere di fumare, altri metodi funzionano meglio. È la conclusione a cui è giunto uno studio appena pubblicato su Tobacco Control che ha valutato il successo delle e-cig come via d’uscita dalla dipendenza dal tabacco.
I ricercatori hanno analizzato i risultati dello studio Population Assessment of Tobacco and Health (PATH), un’ampia indagine sul rapporto della popolazione americana con il fumo, raccogliendo i dati tra il 2017 e il 2019.
Nel 2017 c’erano 3.578 fumatori che avevano tentato di smettere di recente e 1.323 ex fumatori che ci erano appena riusciti. Ai partecipanti era stato chiesto di indicare quale metodo avessero usato per cercare di interrompere la dipendenza dalle sigarette tradizionali. Il ventaglio delle possibilità era ampio: sigarette elettroniche, cerotti alla nicotina, gomme, inalatori, spray nasali, pasticche, altri prodotti del tabacco, oppure i farmaci vareniclina o bupropione.
Il tentativo di smettere veniva considerato di successo se il periodo di astinenza durava più di 12 mesi senza ricadute.
I ricercatori hanno calcolato quante persone fossero riuscita a smettere di fumare usando le sigarette elettroniche, oppure gli altri strumenti specifici, oppure senza alcun aiuto. Poi hanno messo a confronto anche i tassi di ricadute delle tre categorie.
Il primo dato che è saltato agli occhi degli scienziati è che all’esplosione di vendite delle sigarette elettroniche non è seguito un aumento delle persone che hanno smesso di fumare. Il che è di per sé indicativo.
Nel 2017 più del 12 per cento di chi aveva recentemente tentato di liberarsi del fumo, aveva usato le sigarette elettroniche, da sole o in combinazione con altri prodotti. Il 2,5 per cento aveva usato il tabacco sotto altre forme, il 21 per cento era ricorso ai prodotti sostitutivi della nicotina o ai farmaci. Un’ampia percentuale di persone (64%) non aveva utilizzato alcun aiuto.
Nell’arco dei due anni presi in esame, dal 2017 al 2019, coloro che avevano utilizzato le sigarette elettroniche per smettere di fumare avevano meno probabilità di successo rispetto a chi non aveva usato nessun prodotto. Il 10 per cento di chi nel 2017 aveva scelto le e-cig come strategia anti fumo si era mantenuto lontano dalle sigarette fino al 2019 contro il 19 per cento di chi non aveva utilizzato nulla.
Secondo i calcoli dei ricercatori con la sigaretta elettronica si hanno 7 casi in meno di successo ogni 100 aspiranti ex fumatori rispetto ad altri strumenti. Inoltre, il passaggio alle sigarette elettroniche non aveva ridotto il rischio di ricadute: quasi il 60 per cento degli ex fumatori recenti che consumavano quotidianamente sigarette elettroniche aveva ripreso a fumare entro il 2019. Infine, c’è il rischio di sostituire una dipendenza con un’altra: dal 2017 al 2019 è aumentato il numero di persone che è passato dalle sigarette tradizionali a quelle elettroniche in molti casi a elevato contenuto di nicotina.
Nel 2017 tra gli ex fumatori che avevano spento di recente l’ultima sigaretta, circa il 15 per cento era passato alle sigarette elettroniche mentre il 16 per cento ad altri prodotti del tabacco. Tutti gli altri non avevano sostituito le sigarette con altri prodotti. Nel 2019 invece la percentuale di chi aveva abbandonato le sigarette tradizionali e cominciato a “svapare” era salita al 22 per cento.
L'uso di sigarette elettroniche non ha aiutato a smettere di fumare e non è servito a prevenire le ricadute, concludono i ricercatori.