No, il latte artificiale con integratori non fa diventare i bambini più intelligenti
Il latte artificiale arricchito con gli integratori non fa diventare i bambini più intelligenti. O per lo meno non gli assicura bei voti a scuola. Gli autori di uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal hanno analizzato le performance scolastiche di 1.763 adolescenti del Regno Unito che nei primi mesi di vita avevano preso parte a sette trial clinici ideati per valutare i benefici del latte rinforzato rispetto al latte artificiale standard, senza aggiunte.
Gli studi erano stati condotti tra il 1993 e il 2001. Due di questi avevano testato i vantaggi del latte arricchito con acidi grassi polinsaturi a catena lunga considerati efficaci per lo sviluppo cognitivo. Una sperimentazione si basava sul latte con aggiunta di ferro, altre due sul latte con elevate concentrazioni di macronutrienti e un altro trial era dedicato al latte artificiale con aggiunta di altri additivi senza alcuna correlazione con lo sviluppo cognitivo. Tutti i trial prevedevano il confronto con un gruppo di controllo nutrito con latte artificiale non potenziato. Il nuovo studio si è svolto qualche anno più tardi, nel 2018. I ricercatori hanno monitorato il rendimento scolastico dei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni che da neonati avevano partecipato agli studi citati mettendo a confronto i risultati di quelli che avevano ricevuto il latte arricchito con quelli di chi era stato nutrito con il latte standard.
Gli scienziati hanno preso in considerazione i voti ottenuti negli esami di passaggio da un ciclo di studio al successivo in matematica e in inglese.
Ebbene, non è emersa alcuna differenza significativa tra i due gruppi, quelli nutriti con latte artificiale arricchito con gli integratori e quelli che avevano ricevuto il latte senza aggiunte.
Anzi, i bambini di 11 anni che erano stati allattati con prodotti modificati avevano ottenuto punteggi più bassi nei test di inglese e matematica.
«In sintesi, le differenze nel rendimento scolastico tra formule modificate e standard erano coerenti con le differenze misurate durante i trial e nella letteratura, cioè, nessun beneficio procurato dalle formule modificate», scrivono i ricercatori.
Uno dei limiti dello studio però consiste nel fatto che l’indagine riguarda prodotti in commercio molti anni fa. Nel frattempo la composizione del latte in polvere è cambiata e non si può escludere che le nuove formulazioni abbiano effetti differenti sullo sviluppo cognitivo.
Nell’editoriale di accompagnamento allo studio due ricercatori dell’Università di Glasgow tuttavia prendono per buona la conclusione dei ricercatori e approfittano della dimostrazione dei mancati benefici delle formula per l’infanzia per invogliare l’allattamento al seno: «È stato dimostrato in modo convincente e ripetuto che la somministrazione di latte artificiale ai bambini al posto del latte materno mette i bambini a rischio. Prove pubblicate di recente suggeriscono la necessità di regolamentare meglio la ricerca sulle formule per lattanti e di garantire che queste prove vengano utilizzate per rimuovere elementi inutili e potenzialmente dannosi e per evitare affermazioni promozionali ingannevoli».