Ecoansia: al via uno studio italiano sull’impatto della crisi climatica sulla salute mentale dei giovani

Il progetto

Ecoansia: al via uno studio italiano sull’impatto della crisi climatica sulla salute mentale dei giovani

di redazione

Indagare la diffusione della solastalgia, disturbo conosciuto anche come “ecoansia” e relativo alle conseguenze traumatiche e psicopatologiche che gli eventi legati alla crisi climatica possono avere sulla popolazione giovanile: è questo l'obiettivo dello studio partito martedì 14 maggio nelle scuole e nelle università italiane su un ampio campione di studentesse e studenti.

L’indagine è promossa da Greenpeace Italia, ReCommon, Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti (Rds), con il supporto scientifico dell’Istituto europeo di psicotraumatologia e stress management (Iep).

Gli organizzatori inviteranno gli studenti a compilare un questionario per comprendere l’impatto che la crisi climatica e i sempre più frequenti eventi meteorologici estremi hanno sulla salute degli under 35 del nostro Paese.

«Questo studio ci permetterà di acquisire dati basati sulle evidenze scientifiche – spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dell’Iep - al fine di sensibilizzare le Istituzioni politiche affinché adottino misure pratiche a sostegno delle presenti e future generazioni. Uno studio di questa importanza svolto in Italia potrà inoltre costituire un modello da replicare nei Paesi del Mediterraneo massimamente afflitti dalle disastrose conseguenze del cambiamento climatico».

L’Iep ha affidato la progettazione dello studio a un team guidato da Krzysztof Szadejko, docente universitario e direttore del Dipartimento di Metodologia e ricerca dell'Istituto. Nel questionario sono stati inseriti i test validati empiricamente per conoscere in maniera obiettiva le conseguenze che la preoccupazione e la paura per il cambiamento climatico hanno sulla salute mentale dei giovani: ansia, depressione, pessimismo, perdita di speranza riguardo al futuro e molte altre condizioni sfavorevoli al sano e soddisfacente sviluppo delle giovani generazioni.

«Viviamo sempre più spesso sulla nostra pelle eventi estremi come ondate di calore, incendi, alluvioni – sottolinea Simona Abbate, della campagna Clima ed energia di Greenpeace Italia - che, oltre a causare ingenti danni materiali, hanno anche impatti meno visibili ma altrettanto pericolosi per le nostre vite, come l’ecoansia».

Gli organizzatori prevedono di rendere noti i risultati dell'indagine a settembre.