Frattura alla caviglia: bastano tre settimane di gesso invece che sei

Meno è meglio

Frattura alla caviglia: bastano tre settimane di gesso invece che sei

di redazione
Tenere un gesso o un tutore per tre settimane è altrettanto efficace che tenerlo per sei. E inoltre con una immobilizzazione più breve si riducono i rischi di eventi avversi come lesioni della pelle e problemi circolatori

Buone notizie per chi si è fratturato una caviglia. Per guarire bastano tre settimane invece delle sei indicate dalle attuali linee guida. La proposta di  dimezzare i tempi dell’ingessatura arriva da uno studio finlandese appena pubblicato sul British Medical Journal. L’ immobilizzazione prolungata è senza dubbi efficace nel rinsaldare le ossa, ma  può provocare eventi avversi come rigidità articolare, lesioni alla pelle e problemi circolatori. Inoltre, alcuni studi recenti di biomeccanica hanno suggerito che una più  precoce stimolazione muscolare possa aiutare la guarigione delle ossa.

Così gli scienziati hanno voluto testare l’efficacia di una terapia più breve e meno rischiosa.

I ricercatori hanno coinvolto nel trial clinico 247 pazienti dall’età media di 45 anni curati in due tra i maggiori trauma center della Finlandia tra il 2012 e il 2016. 

Tutti i partecipanti avevano subito una frattura composta della caviglia, un danno che può essere riparato senza un intervento chirurgico. I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a tre gruppi: 84 persone hanno passato sei settimane con la gamba ingessata dal ginocchio in giù, mentre 83 persone hanno tolto il gesso dopo tre settimane. Altri 80 pazienti hanno indossato una semplice cavigliera. 

Il recupero è stato valutato dopo 6, 12 e 52 settimane. I ricercatori hanno misurato nelle tre occasioni la funzionalità della caviglia,  raccolto indicazioni dai pazienti sul dolore e sulla qualità di vita e analizzato le immagini delle radiografie. L’indicatore più preciso delle condizioni di salute della caviglia è dato dal punteggio nella scala Olerud-Molander Ankle (Oma). A un valore più alto corrisponde un esito migliore e una riduzione della sintomatologia. 

Ebbene, dai controlli è emerso che le persone che avevano tenuto il gesso solamente tre settimane avevano ottenuto lo stesso risultato di quelle rimaste con la caviglia immobilizzata per sei settimane. Anzi, tenere il gesso per un periodo più breve sembrava favorire un recupero migliore della mobilità. 

Dopo 52 settimane il punteggio medio della scala Oma era 87,6 per i pazienti ingessati per sei settimane e 91,7 nel gruppo delle tre settimane. 

Gli autori dello studio sono convinti che i risultati siano applicabili alla maggior parte dei pazienti con una frattura alla caviglia senza complicanze.

«Negli adulti con una frattura composta, una strategia di immobilizzazione della caviglia infortunata per sole tre settimane con un gesso o un semplice tutore ha comportato la ripresa della funzione della caviglia e la guarigione delle fratture in misura non inferiore a una immobilizzazione convenzionale di sei settimane in un gesso, senza un aumentato rischio di complicazioni.», scrivono gli autori nelle conclusioni.

I risultati, se confermati da altre ricerche, potrebbero tradursi in una nuova prassi clinica che prevede una riduzione dei tempi dell’ingessatura.