Tumore metastatico del seno: percorsi dedicati in meno di un Centro su cinque

Le survey

Tumore metastatico del seno: percorsi dedicati in meno di un Centro su cinque

di redazione

In Italia il tumore metastatico del seno non sempre viene affrontato attraverso specifici Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta).

È questa, in sintesi, la conclusione di due indagini condotte dalla Fondazione IncontraDonna su Centri di senologia e pazienti con tumore metastatico del seno, i cui risultati sono stati presentati e discussi lunedì 14 ottobre a Roma in un evento ospitato nella sede dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Dalle due survey risulta che solo il 18% degli oncologi dice di lavorare in strutture sanitarie in cui sono attivi questi Percorsi. Il 56% dichiara di discutere abitualmente in incontri multidisciplinari i casi metastatici, ma solo l’11% dei Centri dedica incontri specifici a questa tipologia di pazienti. Risulta buona l’offerta di esami innovativi, come i test NGS (67%) o la biopsia liquida (45%), così come la disponibilità di partecipazione a trial clinici (75%). Il 78% delle pazienti intervistate vorrebbe che venissero apportati cambiamenti al proprio percorso di cura e assistenza: maggior tempo da parte degli oncologi da dedicare alle visite, informazioni chiare e accessibili sulla neoplasia metastatica e sugli effetti collaterali delle terapie somministrate.

Le donne che in Italia convivono con una diagnosi di tumore metastatico del seno sono oltre 37 mila. Un dato, commenta Adriana Bonifacino, presidente di Fondazione IncontraDonna, «che evidenzia come oggi, grazie all’ottimo livello raggiunto dall’innovazione farmacologica, sia possibile cronicizzare anche gli stadi più insidiosi della neoplasia». Queste persone, però, «non devono essere lasciate sole – prosegue Bonifacino - in balìa di informazioni poco chiare e confuse. Come Fondazione chiediamo accesso alle cure, velocizzazione dei tempi di approvazione dei farmaci e assistenza psiconcologica come basi sulle quali costruire il futuro della presa in carico delle pazienti».

Attraverso l’Osservatorio per il monitoraggio e l’implementazione delle Breast Unit, l'Agenas «monitora non solo la verifica dello stato di attuazione dei Centri, dei servizi e delle funzioni – ricorda Manuela Tamburo De Bella, responsabile delle Reti cliniche ospedaliere dell’Agenzia – ma anche la promozione di percorsi dedicati ai pazienti con tumore della mammella metastatico che spesso non trovano una presa in carico rapida ed efficiente e una fase rivalutativa tempestiva»

Si stima che fino al 7% dei casi di tumore alla mammella si presenti già in fase metastatica al momento della diagnosi iniziale. Questo significa, sottolinea Fabio Puglisi, direttore del dipartimento di Oncologia medica al CRO di Aviano e responsabile scientifico del Progetto “OFFICINA #METASTABILE” - che il sistema sanitario deve farsi carico di circa 4 mila nuove diagnosi ogni anno, in cui la tempestività della gestione è un fattore cruciale. Sebbene la forma metastatica sia curabile grazie a trattamenti innovativi ed efficaci, non è ancora guaribile nella quasi totalità dei casi. È quindi fondamentale puntare a raggiungere e mantenere la migliore qualità di vita possibile per i pazienti. I Pdta sono strumenti essenziali per garantire un approccio realmente multidisciplinare alle cure».