Nove italiani su dieci preoccupati da declino cognitivo e demenza

L'indagine

Nove italiani su dieci preoccupati da declino cognitivo e demenza

di redazione

Nell’Italia che invecchia, nove italiani su dieci sono preoccupati per se stessi o che un proprio caro possa soffrire in futuro di disturbi cognitivi o demenza. Più temuti sono soprattutto la perdita di autonomia, l’isolamento e il carico emotivo ed economico sul nucleo familiare, anche a causa della carenza di servizi socio-assistenziali, paventata da oltre il 70% di cittadini.

Sono alcuni dati da un’indagine realizzata dall’istituto di ricerche EMG Different su un campione di mille italiani tra i 24 e i 75 anni, presentata giovedì 19 settembre a Milano nel corso di un evento promosso da Neopharmed Gentili in vista della Giornata mondiale dell'Alzheimer del 21 settembre.

In Italia il declino cognitivo e la demenza interessano 2 milioni di pazienti e 4 milioni di caregiver. Si stima che oltre 1 milione di persone soffrano di demenza (di cui 600 mila con malattia di Alzheimer) e altre 900 mila siano affette da declino cognitivo lieve, condizione clinica su cui è necessario agire tempestivamente perché in circa la metà dei casi progredisce in demenza nell’arco di tre anni.

Secondo il sondaggio, gli italiani sono concordi (93%) sulla necessità di una maggiore informazione sull’argomento: nonostante la crescente sensibilità sui disturbi cognitivi, che per il 97% della popolazione costituiscono un grave problema per le famiglie e per la società, quasi un italiano su due (46%) dichiara di non sapere che la prevenzione è un’alleata per contrastare il declino cognitivo e solo il 29% è consapevole della possibilità di intervenire sul decorso della malattia con trattamenti adeguati. Da non sottovalutare anche l’impatto della demenza sulla spesa sanitaria, che per il 63% è totalmente a carico delle famiglie.

Le ripercussioni sul nucleo familiare sono tra le principali preoccupazioni degli italiani: per oltre il 90% degli intervistati, prendersi cura di un paziente con disturbo cognitivo è fonte di stress e influisce sull’economia e sulla socialità di tutta la famiglia.

«Assistere una persona con demenza è un impegno gravoso - conferma Donatella Oliosi, presidente dell'Associazione diritti non autosufficienti (Diana Onlus) - che ricade quasi per intero sul nucleo familiare, sul piano psicofisico, sociale ed economico, ed è comprensibile che questo sia uno degli aspetti che più preoccupa gli italiani rispetto all’eventualità che la malattia possa colpire un proprio caro. Questo perché, pur rientrando nella competenza del Servizio sanitario nazionale in quanto malati cronici, le famiglie non ricevono sufficienti prestazioni e adeguati sostegni dai servizi sanitari territoriali»

Il mese dedicato all’Alzheimer è «un’importante occasione per accendere i riflettori sul declino cognitivo e la demenza – commenta infine Daniela Rossi, condirettore generale di Neopharmed Gentili - patologie che meritano un’attenzione particolare per l’impatto che hanno sulle famiglie e per l’alto livello di complessità assistenziale».