Dopo la riapertura delle scuole, nella provincia del Sud Kivi in Congo sono aumentati di 75 volte i casi di vaiolo delle scimmie (Mpox) nei bambini
I casi del virus potenzialmente mortale del vaiolo delle scimmie sono aumentati di circa 75 volte tra i bambini e i giovani di età inferiore ai 19 anni nella provincia della Repubblica democratica del Congo più gravemente colpita finora quest’anno. I casi nella provincia orientale del Sud Kivu, infatti, si stanno diffondendo due volte più velocemente tra i bambini rispetto al resto della popolazione, mentre gli operatori sanitari sono impegnati questa settimana a limitare la diffusione del virus all’inizio del nuovo periodo scolastico.
A segnalarlo è l'organizzazione umanitaria Save the Children.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa il 90% dei casi di Mpox si sono verificati nella Repubblica democratica del Congo dove ha infettato almeno 18 mila persone e provocato 615 morti. Il Sud Kivu è l’epicentro, con quasi la metà (46%) dei nuovi casi del Paese nelle ultime quattro settimane. Di questi, due terzi hanno riguardato bambini.
«Dopo il ritardo nella consegna dei vaccini alla Repubblica democratica del Congo e ai Paesi vicini, è fondamentale – scrive Save the Children in una nota - che la comunità internazionale intensifichi i finanziamenti in modo che le scuole possano garantire acqua pulita e misure igienico-sanitarie adeguate per i bambini nelle prossime settimane. Molte scuole, infatti, non hanno acqua corrente, disinfettanti o sapone, misure fondamentali per prevenire la diffusione di malattie contratte da superfici e oggetti contaminati».
La Repubblica democratica del Congo «ha già sopportato il peso di crisi sanitarie in passato, come l’Ebola, il colera e il morbillo» ricorda Greg Ramm, direttore di Save the Children in questo Paese. «Adesso basta: questo nuovo ceppo mortale di vaiolo dovrebbe essere un monito al mondo – prosegue - affinchè si impegni a investire nel controllo e nella prevenzione delle malattie, in modo che i bambini e le famiglie non soffrano inutilmente. È giunto il momento che i bambini nella RdC smettano di essere un’altra crisi dimenticata. Il mondo deve anche finanziare soluzioni a lungo termine, come un accesso equo ai vaccini e maggiori capacità di test».