Ebola: Medici senza frontiere chiede scorte di emergenza dei medicinali disponibili
Dieci anni dopo l’epidemia di Ebola peggiore della storia, che ha causato la morte di 11 mila persone in tre paesi dell’Africa occidentale (Guinea, Liberia, Sierra Leone), Medici senza frontiere (Msf) chiede la creazione di una scorta internazionale di emergenza per i due farmaci disponibili contro il virus la cui gestione dovrebbe essere affidata al Gruppo internazionale di coordinamento (Gic) per la fornitura di vaccini per poterli distribuire rapidamente in caso di necessità.
Questi due farmaci sono attualmente sotto il controllo esclusivo delle due aziende produttrici (Regeneron e Ridgeback Biotherapeutics) e la maggior parte delle disponibilità dei due medicinali è conservata in una scorta nazionale per la sicurezza e biodifesa degli Stati Uniti.
«Dieci anni fa, il mondo non era preparato per affrontare l'epidemia di Ebola in Africa Occidentale. In assenza di terapie antivirali – ricorda Silvia Mancini, specialista di sanità pubblica di Msf - era difficile persuadere i malati a recarsi nei centri di trattamento, non esistevano vaccini e dunque si rendeva necessario il cambiamento di abitudini per proteggere le persone, un processo lungo e poco efficace. Ora, con farmaci antivirali efficaci e vaccini disponibili, abbiamo strumenti importanti per salvare vite, prevenire la malattia e contenere il contagio. Tuttavia, questo è possibile solo se ci sono scorte disponibili per le persone che ne hanno bisogno. Ecco perché chiediamo la creazione di una scorta di emergenza».
Dopo quasi mezzo secolo senza trattamenti specifici, spiega Msf, è stato solo durante la più grande epidemia di Ebola nel 2014 che i finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini contro l’Ebola sono aumentati sensibilmente, quando i Paesi ad alte risorse hanno iniziato a temere che l’Ebola potesse arrivare alle loro frontiere.
Grazie a oltre 800 milioni di dollari di finanziamenti pubblici e contributi essenziali di governi, Ong e Istituti accademici, che hanno ospitato o facilitato gli studi, e di pazienti e sopravvissuti alla malattia che hanno partecipato direttamente alle sperimentazioni cliniche , due farmaci sono stati approvati dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti nel 2020. Questi farmaci sono stati raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità nel 2022 e sono ora inclusi nell’Elenco dei medicinali essenziali dell’Oms.
Ci sono ora anche due vaccini che, insieme ai farmaci, sono essenziali per prevenire e rispondere a un’epidemia di Ebola e uno studio osservazionale di Msf sul vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP, pubblicato recentemente su The Lancet, ha dimostrato che il suo uso ha dimezzato la mortalità sulle persone affette dal virus.«Una lezione appresa negli ultimi dieci anni è che fare affidamento esclusivamente sulla buona volontà delle aziende private o dei Governi non risolverà il problema di accesso di medicinali» sostiene Màrcio da Fonseca, consulente delle malattie infettive della Campagna per l'accesso ai farmaci di Msf. «Per rendere i trattamenti contro l’Ebola più accessibili sia ora che in futuro – prosegue - le condizioni di accesso globale devono essere stabilite sin dalle prime fasi del processo di ricerca e sviluppo dei prodotti farmaceutici realizzati grazie a finanziamenti pubblici e l’accesso a questi prodotti deve essere garantito legalmente alle comunità che li hanno testati. Dobbiamo prepararci ora per la prossima epidemia – conclude da Fonseca - e assicurarci che non ci siano più lacune nell’accesso ai prodotti farmaceutici, inclusi quelli per l’Ebola, per prevenire la catastrofica perdita di vite umane, come accaduto dieci anni fa».