In aumento la lebbra nel mondo: 182.815 nuovi casi nell’ultimo anno

Rapporto Oms

In aumento la lebbra nel mondo: 182.815 nuovi casi nell’ultimo anno

di redazione

Ancora in crescita i casi di lebbra nel mondo nonostante l’obiettivo prefissato dall’Assemblea mondiale della sanità di raggiungere entro il 2030 il traguardo “zero lebbra”. Nel 2023 infatti sono stati registrati in totale 182.815, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente.

Il dato è nell’ultimo rapporto annuale sull’andamento della lebbra nel mondo pubblicato dall’Oms e preoccupa l'Associazione italiana amici di Raoul Follereau (Aifo).

Oggi la lebbra si trova nella lista delle malattie tropicali neglette (Mtn) dell’Oms ed è ancora un problema sanitario importante in vari Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America latina, dove persistono condizioni socioeconomiche precarie che favoriscono la trasmissione della malattia. Tuttavia, come dimostrato dalla pandemia Covid, ma come stanno dimostrando anche i casi di Dengue arrivati in Europa e Italia, in un mondo globalizzato anche le malattie stanno diventando globali. 

Analizzando il rapporto Oms, anche per il 2023 si conferma la concentrazione delle persone diagnosticate soprattutto in tre Paesi: India (107.851 persone), Brasile (22.773) e Indonesia (14.376). La somma è pari al 79,3% del totale dei casi diagnosticati nel mondo. Altri Paesi con un numero significativo di persone diagnosticate (superiore a 1.000) sono Bangladesh, Etiopia, Filippine, Madagascar, Myanmar, Mozambico, Nepal, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Tanzania.

Il numero annuale delle persone diagnosticate è sicuramente un dato importante, ma da solo non è sufficiente per valutare l’impatto globale della malattia in termini di salute pubblica. Nonostante la percentuale di minori diagnosticati sia diminuita progressivamente negli ultimi anni, il numero assoluto è ancora alto e in aumento e dimostra come la trasmissione della malattia sia ancora attiva e precoce. Nel 2023, tra i nuovi casi 10.322 sono stati bambini/e minori di 15 anni, ovvero il 5,7% del totale. Il 39,9% dei casi globali si riscontrano invece tra le donne. Le strategie globali dell’Oms per l’eliminazione della malattia si sono concentrate sul sostegno ai servizi di trattamento per garantire la diagnosi precoce e migliorarne la qualità. Dai dati raccolti si evince però che è ancora in crescita il numero delle persone che presentano gravi disabilità al momento della diagnosi: nel 2023, 9.729 (5,3 %) presentavano disabilità gravi, di cui 266 bambini/e (2,7 %), mentre nel 2022 erano 9.557. Ciò indica che, ancora oggi, a causa della scarsa conoscenza dei sintomi della malattia all’interno delle comunità, delle difficoltà di accesso e della scarsa qualità dei servizi di trattamento, la diagnosi avviene tardivamente e in molti casi la persona colpita dalla malattia si presenta già con disabilità fisiche irreversibili.

Il rapporto dell’Oms conferma inoltre che vi sono diversi Paesi in cui si segnalano ancora discriminazioni nei confronti dei malati di lebbra o hanno leggi che consentono discriminazioni basate sulla malattia. 

Per questo «l’impegno di Aifo nel mondo si concentra sull’interruzione della trasmissione della lebbra, ma anche nel prevenire le disabilità ed eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone colpite, oltre il pregiudizio e lo stigma, promuovendo l’inclusione sociale per ridare dignità di persona a coloro a cui non è riconosciuta per una malattia» dichiara il presidente Antonio Lissoni.

Aifo gestisce attualmente iniziative di controllo ed eliminazione della lebbra in quattro Paesi (India, Brasile, Mozambico, Guinea Bissau).