Le professioni sanitarie del futuro secondo Altems e J&J

Lo studio

Le professioni sanitarie del futuro secondo Altems e J&J

di redazione

Managerialità e ibridazione: sono queste, secondo uno studio dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'Università Cattolica, le caratteristiche che dovranno assumere gli operatori sanitari per superare le sfide di un sistema sanitario in evoluzione.

Lo studio è stato presentato lunedì 8 luglio a Milano, nella prima giornata della Johnson & Johnson Week “Insieme verso la medicina del futuro”.

«Dall’analisi che abbiamo condotto – racconta Federica Morandi, direttrice dei Programmi accademici e ricerca di Altems - emerge chiaramente come il mondo della formazione si trovi di fronte a uno spartiacque con il passato: oggi vi è sempre maggiore consapevolezza rispetto alla necessità di associare alle hard skills, intese come competenze tecniche, anche quelle competenze comportamentali, relative al saper essere che risultano fondamentali per rispondere ai fenomeni di ibridazione e managerialità che interesseranno sempre di più il settore. Tuttavia, queste capacità sono quelle in cui si registra un alto mismatch rispetto a quanto appreso oggi dagli studenti, rendendo necessario un rapido intervento per integrare i corsi di laurea in questo senso. È un tema che va affrontato con decisione già oggi – sostiene - perché gli interventi che si potrebbero attuare realisticamente produrranno i loro effetti non prima di dieci anni».

Secondo Altems, la sfida per l’attuale sistema formativo non è tanto sui saperi tecnici quanto sulla creazione di un “mindset” diverso per i futuri operatori sanitari, che li renda in grado di seguire con tempestività ed efficacia i trend che l’innovazione e la tecnologia portano nel loro lavoro, sia in termini di processi e servizi che di ruoli veri e propri, oggi ancora embrionali o inesistenti. Di questi, Altems ne identifica tre: il Responsabile dell’innovazione, il Direttore sanitario 4.0 e il Patient journey manager.

«Lo studio accende i riflettori sull’importanza di dare vita a un cambio di passo nella formazione in ambito sanitario per assicurare che le competenze degli studenti siano le più ampie e variegate possibili, consentendogli di rispondere concretamente alle esigenze di un sistema sanitario in continua evoluzione» commenta Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute.

L'evento dell'8 luglio e tutta la Johnson & Johnson Week, dice Mario Sturion, Managing Director di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, «vogliono essere testimonianza del cambiamento che abbiamo intrapreso come azienda attraverso il recente rebranding: una vera dichiarazione di intenti, un impegno verso il futuro e un omaggio alla nostra storia aziendale di 138 anni, che esprime al meglio il senso di responsabilità nel rispondere, insieme ai nostri partner, alle nuove sfide della salute del futuro. Tra queste, il tema delle competenze da costruire oggi per un sistema sanitario più equo, moderno ed efficiente, è quanto mai rilevante e siamo certi – conclude Sturion - che questo studio faccia luce sulla direzione in cui andare a beneficio di tutti i pazienti».