Organizzazione e comunicazione per rilanciare le coperture vaccinali
Le infezioni respiratorie continuano a essere in Italia la prima causa di mortalità tra le malattie infettive, in modo proporzionalmente crescente all’aumentare dell’età. Senza dimenticare la correlazione col fenomeno dell’antimicrobico resistenza (Amr) che ogni anno è responsabile nel nostro Paese di circa 11 mila morti (12% del totale OCSE) e un impatto economico di 2,4 miliardi di euro.
Della protezione delle persone anziane e fragili (oggi il 24% della popolazione, con tendenza a crescere) attraverso le vaccinazioni e di come favorire l’invecchiamento attivo si è parlato nell’incontro “Politiche di immunizzazione dei soggetti adulti e fragili: dalla promozione della buona salute al contrasto dell’Amr”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer.
«L’invecchiamento della popolazione e i grandi progressi compiuti dalla medicina hanno aumentato il numero di soggetti fragili e quindi predisposti alle infezioni» spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). «In questo scenario, le infezioni correlate alle pratiche assistenziali sono diventate un problema prioritario di sanità pubblica – prosegue - e la crescente diffusione di ceppi batterici multi-resistenti agli antibiotici rende ancora più difficile il controllo di queste infezioni. In questa popolazione gli interventi di prevenzione, primi tra tutti le vaccinazioni, rappresentano un efficace strumento in grado di ridurre significativamente il rischio di infezioni».
«Nonostante il valore della vaccinazione sia noto, purtroppo nel nostro Paese stiamo assistendo a una disaffezione importante alle pratiche vaccinali con una riduzione importante delle coperture per molti virus respiratori» osserva Roberta Siliquini, presidente della Società italiana d'igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti).
«Per lavorare efficacemente sulle scelte delle persone, in ottica di promozione della salute e contrasto all'antimicrobicoresistenza, e recuperare fiducia e convinzione nelle vaccinazioni nei soggetti fragili, bisogna investire in campagne informative a cura delle Istituzioni e garantire messaggi univoci e coerenti tra professionisti» sostiene Valeria Fava, responsabile del Coordinamento delle politiche per la salute di Cittadinanzattiva. «Alla comunicazione – aggiunge - devono affiancarsi strategie efficaci e omogenee sul territorio nazionale, una maggiore digitalizzazione, semplificazione nell’accesso, specie per i soggetti fragili, e un puntuale monitoraggio, a partire dall’estensione degli indicatori della griglia di monitoraggio Lea a tutte le vaccinazioni incluse nel calendario».
Oggi la spesa per i programmi vaccinali è molto variabile tra le Regioni e rappresenta il 21% della spesa in prevenzione.
«Investire nelle politiche di immunizzazione – sostiene infine Rossana Bubbico, Senior Consultant della Practice Healthcare di The European House-Ambrosetti - vuol dire contribuire alla salute del singolo e della collettività, alla sostenibilità del Ssn e del sistema socio-sanitario e alla crescita del sistema economico: per le sole vaccinazioni dell’adulto, per ogni euro investito il Paese ne recupererebbe 19 nel caso di raggiungimento degli obiettivi di copertura previsti dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale».
Nel corso dell’incontroo è stata anche lanciata una call to action per rilanciare le coperture vaccinali nell’adulto e nei fragili, con proposte per il Governo centrale e le Regioni.