Sono oltre 50 i corpi pervenuti ai dieci Centri di riferimento, presenti in sette Regioni italiane, dopo l'approvazione della legge 10/2020 (legge Sileri) e del successivo decreto attuativo (DPR 10 aprile 2023, n. 47) che ha dettagliato requisiti e procedure per la donazione post mortem del corpo e dei tessuti.
Il punto è stato fatto nel corso del convegno “Donazione di corpo post-mortem: quando la generosità si fa scienza”, organizzato a Sesto San Giovanni dall’Istituto MultiMedica, con il patrocinio dell’Università di Milano e della Società italiana di anatomia e istologia.
«Donare il corpo alla scienza è un atto di grande altruismo, con un profondo valore etico, scientifico e umano – sostiene Giorgio Pajardi, direttore scientifico del Centro di riferimento per la conservazione e l’utilizzo dei corpi dei defunti di MultiMedica - che adesso può concretizzarsi grazie a una legge in grado di segnare un punto di svolta nel nostro Paese. Ora è cruciale mettere in campo un impegno condiviso e multidisciplinare, per promuovere la conoscenza e l'applicazione della normativa. Dal numero di richieste che riceviamo da parte dei cittadini – continua Pajardi – notiamo che la sensibilità riguardo al tema sta aumentando. In MultiMedica, ad esempio, siamo passati da sei manifestazioni di interesse pervenute nel periodo 2020-2024, a 13 nel 2024 e a 16 già nei primi sei mesi del 2025».
«La strada intrapresa – commenta Pierpaolo Sileri, professore di Chirurgia generale all’Università Vita-Salute San Raffaele, già viceministro della Salute e “padre” della normativa – è senz’altro quella corretta; certo, saranno necessari ulteriori fondi per sostenerla, perché la donazione del proprio corpo contribuisce concretamente al progresso della medicina, permettendo ai giovani medici un percorso formativo completo ed efficace, tanto più in quegli ambiti nei quali la formazione si avvale anche di innovative tecniche di simulazione. La vita non finisce con la morte, se diventa uno strumento di apprendimento e cura per chi verrà dopo di noi».
La manifestazione del consenso alla donazione del proprio corpo alla scienza avviene tramite una dichiarazione scritta, che può essere un atto notarile o una scrittura privata semplice, da autenticare presso il Comune dove si risiede e da consegnare, poi, all’Azienda sanitaria di appartenenza. Occorre indicare un fiduciario, il cui compito sarà tutelare la scelta del donatore dopo il decesso. Una volta impiegate per scopi scientifici o didattici, le spoglie verranno restituite dal Centro alla famiglia in condizioni dignitose, entro dodici mesi.