La sfida del “microambiente” nella diagnostica dei tumori

Oncologia

La sfida del “microambiente” nella diagnostica dei tumori

di redazione

Oggi il sequenziamento genomico dei tumori permette di trovare un’alterazione nella metà circa dei casi. Su questa base nascono molti dei nuovi farmaci. L’obiettivo è arrivare al 100%. Per questo conoscere la composizione genetica e le caratteristiche molecolari del tumore sarà sempre più importante. La svolta potrà arrivare dalla ricerca genomica sul “microambiente”, cioè la componente infiammatoria che consente al tumore di eludere i meccanismi di difesa dell’organismo. Questa potrà avvenire, però, solo attraverso test, strumentazioni d’analisi e software di interpretazione dei dati sempre più evoluti. Ma soprattutto attraverso un processo di “democratizzazione” dell’accesso ai test, possibile solo estendendo il loro utilizzo a tutti i tipi di tumore, e dotando i laboratori di sistemi affidabili e di facile esecuzione. Che si tratti di biopsie tradizionali o “liquide” (un prelievo di sangue), i test oggi servono anche per monitorare l'andamento della malattia, individuando ulteriori mutazioni genetiche sulle quali riadattare le cure. Con l'obiettivo di garantire al massimo la qualità di questi test e dei software correlati, e per individuare delle prime linee guida, una delle principali aziende europee, l'italiana Diatech Pharmacogenomics, ha deciso di dotarsi di un board interno di sette esperti, multidisciplinare, che si è insediato a pochi giorni dal termine dei lavori a Chicago del Congresso degli oncologi americani (ASCO).

«Negli ultimi dieci anni la medicina di precisione ha fatto progressi enormi in termini di personalizzazione del trattamento e in termini di riduzione degli effetti collaterali» sottolinea uno dei componenti del board, Giuseppe Curigliano, professore di Oncologia medica all'Università di Milano e direttore della Divisione clinica di Early Drug Development dallo Ieo. «Questo grazie allo studio della genomica e dell’immunomica – precisa - due mondi diversi, ma che lavorano in parallelo in un territorio che va dalla cura verso il futuro della prevenzione, con lo studio di vaccini mRNA studiati su misura, proprio come i farmaci. Oggi non per tutti i tumori c’è la possibilità di beneficiare di terapie mirate contro specifiche alterazioni genomiche. Per questo è fondamentale lavorare insieme per ampliare l’accesso ai test per la caratterizzazione genomica dei tumori».

I progressi della tecnologia «sono stati straordinari – aggiunge Fabio Biondi, presidente e fondatore di Diatech Pharmacogenetics – permettendoci di sviluppare soluzioni sempre più performanti, per curare il cancro. «Da qui nasce la necessità e la volontà di Diatech di creare un board scientifico multidisciplinare – prosegue -rappresentato dai massimi esperti in questo campo. L’unione di questi talenti promuoverà una discussione sugli avanzamenti della ricerca e della tecnologia che sarà in grado di generare le linee guida scientifiche per anticipare il futuro della target therapy molecolare».