ADHD: i farmaci riducono di oltre un terzo i comportamenti a rischio

Il convegno

ADHD: i farmaci riducono di oltre un terzo i comportamenti a rischio

di redazione

Un'elevata aderenza ai farmaci per l'ADHD è associata a una riduzione del rischio di commettere un reato minore tra il 33% e il 38% rispetto a quanto succede nei periodi di bassa aderenza.

A dimostrarlo è uno studio appena pubblicato sul Journal of Child Psychology and Psychiatry, condotto dal Dipartimento di Psichiatria infantile e dell'adolescenza del Centro medico universitario dell’Università di Groningen nei Paesi Bassi su quasi 20 mila ragazzi. 

Si calcola che solo il 4% degli atti violenti siano collegabili a una malattia mentale e che la stragrande maggioranza di chi ne soffre non commette reati o agisce con violenza. Però una scarsa aderenza terapeutica può aumentare il rischio di comportamenti impulsivi tra coloro che hanno un disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e favorire il loro coinvolgimento in reati minori.

La corretta gestione dell’ADHD è oggetto della terza edizione del convegno congiunto della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e dalla Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) il 16 e 17 maggio a Cagliari.

Obiettivo del convegno, spiega Matteo Balestrieri, co-presidente della Sinpf è di implementare e diffondere le conoscenze sulle principali classi di farmaci in psichiatria in una prospettiva trasversale di neurosviluppo che metta a confronto la realtà clinica dell’età evolutiva e quella dell’età adulta».

Una diagnosi e una presa in carico precoce possono infatti fare la differenza sulla qualità della vita: «L’ADHD è uno dei principali disturbi del neurosviluppo – ricorda Giovanni Migliarese, consigliere Sinpf - ed è una delle più comuni condizioni psichiatriche dell’infanzia. In Italia ha una prevalenza stimata del 2,9% nella fascia d’età tra 5 e 17 anni, in linea con la media europea. In molti casi permane nell’età adulta, dove si registra una prevalenza analoga». 

Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine mostra come le persone con l’ADHD abbiano dalle quattro alle sette volte di probabilità in più di infrangere la legge. Il nuovo studio olandese aggiunge un ulteriore tassello, confermando l’importanza di una corretta terapia.

I risultati, precisa Balestrieri, mostrano che un’elevata aderenza ai farmaci per l’ADHD si associa a una riduzione del rischio di commettere un reato minore tra il 33% e il 38% rispetto a periodi di bassa aderenza, ovvero periodi con o senza quantità sufficienti di farmaci dispensati. La riduzione del rischio può quindi essere probabilmente associata ai farmaci per l'ADHD».

Migliarese sottolinea comunque che quelli riportati nello studio sono reati minori come atti vandalici, violazioni dell'obbligo di frequenza scolastica, minacce, risse o uso e possesso illegale di fuochi d'artificio, tendenzialmente legati a comportamenti ad alta “sensation seeking” e dunque impulsivi. «È importante non effettuare una connessione diretta tra ADHD e comportamenti delinquenziali – avverte infine - che hanno altra genesi».