Nuovi criteri per la diagnosi: un test “rapido” per individuare diabete e pre-diabete
Permette di fare una diagnosi precocissima di diabete e pre-diabete, almeno un paio d’anni prima rispetto ai test attuali. Per questo, l’International Diabetes Federation (IDF), la Federazione mondiale di tutte le società di diabetologia e delle Associazioni delle persone con diabete, ha deciso di proporla come nuovo criterio diagnostico, basandosi sulla glicemia alla prima ora della curva da carico di glucosio.
Verso una nuova definizione di diabete e di prediabete. Il nuovo Position Statement dell’IDF ha adottato il valore soglia di >155 mg/dL alla prima ora della curva da carico di glucosio per la diagnosi di “pre-diabete” (iperglicemia intermedia) nelle persone con normale glicemia a digiuno; questo valore è altamente predittivo di progressione verso il diabete tipo 2, di complicanze micro e macro-vascolari, di apnee da sonno, di steatosi epatica (“fegato grasso”) associato a disfunzione metabolica e di mortalità nei soggetti con fattori di rischio. Viene inoltre introdotto un nuovo criterio diagnostico di diabete tipo 2, cioè una glicemia superiore a 209 mg/dl sempre alla prima ora della curva da carico.
«I nuovi criteri diagnostici alla prima ora della curva da carico – commenta Giorgio Sesti, professore di Medicina interna alla Sapienza Università di Roma e presidente della Società di medicina interna (Simi) – consentono di individuare precocemente i soggetti ad aumentato rischio di diabete o già diabetici, che sfuggono a questa diagnosi con gli attuali criteri diagnostici . Questo significa che sarà possibile formulare la diagnosi di diabete e di prediabete attraverso una “mini-curva” da carico glucidico di appena un’ora anziché le due ore attuali. Ma soprattutto consentirà di intercettare una serie di soggetti che i criteri attuali non permettono di individuare né come pre-diabetici, né come diabetici. La “mini-curva” rappresenta un metodo più pratico e sensibile per “catturare” un maggior numero di soggetti a rischio di sviluppare diabete franco e di riconoscere più precocemente i soggetti con diabete già conclamato».
Cosa cambia per i pazienti. Grazie all’adozione di questi nuovi criteri diagnostici le persone avranno la possibilità di arrivare a una diagnosi più precoce di pre-diabete o di diabete. «Diagnosticare più precocemente il rischio di sviluppare il diabete o il diabete stesso – precisa Sesti – consente di mettere in atto più tempestivamente una serie di misure preventive riguardanti lo stile di vita o farmacologiche, che aiutano a prevenire la progressione verso il diabete franco e a contenere i danni del diabete. Spesso infatti le complicanze vascolari sono già presenti al momento della diagnosi di diabete».
Prevenire il diabete. È possibile prevenire la progressione dal pre-diabete al diabete mettendo in atto un drastico cambiamento dello stile di vita (dieta equilibrata e perdita di peso se necessaria, attività fisica, lotta alla sedentarietà, curare l’igiene del sonno, stop al fumo di sigaretta) e in alcuni casi ricorrendo alla terapia farmacologica. «La “mini-curva” – spiega il presidente Simi – consente di individuare soggetti con pre-diabete che sarebbero sfuggiti, con i criteri diagnostici attualmente in uso, alla diagnosi e dunque alla messa in atto di una prevenzione efficace».
Come si è arrivati ai nuovi criteri diagnostici. L’IDF è arrivato al documento di consenso sui nuovi criteri diagnostici dopo aver esaminato i risultati di numerosi studi internazionali sul significato della glicemia alla prima ora della curva da carico, ai quali ha dato un notevole contributo la ricerca italiana. In particolare, il gruppo della Medicina interna dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e dell’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea-Sapienza Università di Roma ha pubblicato oltre 40 articoli sull’argomento. «La glicemia alla prima ora della curva da carico – conclude Sesti - è già da tempo usata per la diagnosi di diabete gestazionale, quindi rappresenta un elemento fisiopatologico importante, finora trascurato. L’iperglicemia precoce infatti è già un marcatore di diabete o di aumentato rischio di malattia».