La salute degli europei, tra malattie croniche e sistemi sanitari in affanno

Il rapporto

La salute degli europei, tra malattie croniche e sistemi sanitari in affanno

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Immagine: M Joko Apriyo Putro, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons
di redazione
Pubblicato dall’Oms Europa lo ‘European Health Report’. Segnali di preoccupazione per la salute mentale dei più giovani; rialzano la testa le malattie infettive per la frenata delle vaccinazioni. Crescono i medici, ma non basta

L’Europa continua a essere una delle aree del mondo più sane, tuttavia diversi indicatori di salute hanno interrotto il trend positivo o stanno addirittura regredendo. Dall’impatto delle malattie croniche, al benessere mentale - specie negli adolescenti - fino alle coperture vaccinali che portano alla ripresa di alcune malattie infettive. Non ultimo, i servizi sanitari soffrono i cambiamenti demografici e la carenza di risorse. Sono alcuni dei dati che emergono dallo European Health Report  pubblicato questa mattina dall’Ufficio europeo dell’Oms. 

«In un momento di crescente polarizzazione sociale e politica, anche in materia di salute, l'European Health Report fornisce ai governi le prove e le conoscenze di cui hanno bisogno per agire rapidamente per realizzare solide politiche sanitarie, costruire sistemi sanitari resilienti, salvaguardare vite e rafforzare il tessuto stesso della società. Possiamo e dobbiamo fare di meglio lavorando rapidamente per la salute per tutti», ha affermato il direttore dell’Oms Europa Hans Henri P. Kluge.

Il rapporto, pubblicato ogni tre anni, attinge ai dati più recenti disponibili in tutti i 53 Stati membri della Regione europea dell’Oms, che comprende  Europa e Asia centrale, . 

Bambini da tutelare

La salute dei bambini è una delle principali preoccupazioni che emergono dal rapporto. Sebbene la regione europea nel suo complesso abbia alcuni dei tassi più bassi di mortalità infantile prevenibile a livello mondiale, la differenza tra i Paesi con le migliori e peggiori prestazioni è enorme: si va da 1,5 decessi ogni 1.000 bimbi nati vivi a 40,4 decessi ogni 1.000. Nel complesso, ancora 75.647 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni anno nella Regione. Le prime cinque cause di mortalità sotto i cinque anni sono: complicazioni da parto pretermine, asfissia neonatale, anomalie cardiache congenite, infezioni delle basse vie respiratorie e sepsi neonatale o altre infezioni.

Peggiora ance la salute mentale. Un adolescente su 5 nella Regione europea è alle prese con un problema di salute mentale, con le ragazze che  segnalano costantemente livelli inferiori di benessere mentale rispetto ai ragazzi. Il 15% degli adolescenti riferisce di aver subito di recente cyberbullismo e il suicidio, sebbene i tassi siano in diminuzione, è la principale causa di morte tra i 15 e i 29 anni.

Non va meglio sugli stili di vita: 1 adolescente su 10 di età compresa tra 13 e 15 anni usa una qualche forma di prodotto contenente tabacco; quasi 1 bambino su 3 in età scolare è in sovrappeso e 1 su 8 convive con l'obesità. 

«Nel nostro mondo online e interconnesso, i nostri giovani si sentono ironicamente più soli che mai, con molti che lottano con il loro peso e la loro autostima, il che li predispone a una cattiva salute da adulti», aggiunge Kluge.

Epidemia da malattie croniche

Per quel che riguarda gli adulti, le malattie non trasmissibili rappresentano la principale causa di morte e, insieme al cancro, fanno sì che un europeo su sette muoia prima dei 70 anni. 

Le malattie cardiovascolari sono responsabili del 33,5% delle morti premature dovute a malattie non trasmissibili, con un rischio quasi cinque volte superiore nell'Europa orientale e in Asia centrale rispetto all'Europa occidentale. Il cancro causa un altro terzo delle morti premature

Critici, da questo punto di vista, restano gli stili di vita. La Regione europea dell'Oms ha il più alto consumo di alcol al mondo, con una media di 8,8 litri di alcol puro per adulto all'anno. Il consumo è più alto nell'Unione Europea e più basso nei paesi dell'Asia centrale. Il consumo di tabacco tra gli adulti rimane elevato, al 25,3% complessivo.

«Le malattie non trasmissibili non ricevono ancora l'attenzione che meritano, nonostante rappresentino il 90% di tutti i decessi nella nostra regione», ha osservato Kluge. «È interessante notare che l'incidenza del cancro è più alta nell'Europa occidentale e settentrionale rispetto all'Europa orientale e all'Asia centrale, dove le malattie cardiovascolari sono più comuni, in parte a causa di diverse condizioni di vita, comportamenti di salute della popolazione ed efficacia del sistema sanitario», ha aggiunto. «L'intera regione deve affrontare le cause profonde delle malattie croniche, dal consumo di tabacco e alcol allo scarso accesso a cibo sano e nutriente, all'inquinamento atmosferico, alla mancanza di attività fisica. La crisi climatica sta solo peggiorando le cose, aumentando il carico di malattie in tutto lo spettro, in particolare le malattie croniche». 

L’ambiente che cambia

Su questo fronte, la Regione europea è quella che si sta riscaldando più rapidamente delle sei regioni dell'Oms, con temperature che aumentano a circa il doppio della media globale. In tutta la Regione, si stima che ogni anno si verifichino 175 mila decessi correlati al calore. 

Tra il 2000 e il 2022, stima il rapporto, il numero di decessi dovuti alle temperature eccezionalmente alte è cresciuto di 36 mila unità tra gli over 65. 

I Paesi dell’Europa meridionale e orientale sono quelle che hanno registrato il maggiore aumento nei decessi tra persone con più di 65 anni di età. Tra il 2000 e il 2022, il Tajikistan ha registrato un +185%, in Turchia l’aumento è stato del 126%, in Azerbaijan del 116%. L’Italia è a metà classifica con un +54%. In numeri assoluti, il maggiore aumento nel numero di decessi è stato registrato in Germania (6.213), seguita da Russia (3.713) e Ucraina (3.239). In Italia, l’aumento è stato di 2.264 decessi. 

«La mortalità correlata al calore è una preoccupazione crescente poiché gli eventi di calore estremo diventano più frequenti a causa del cambiamento climatico», spiega il rapporto. «Le persone con più di 65 anni sono particolarmente vulnerabili, con un rischio più elevato di incorrere in un colpo di calore e in un peggioramento delle condizioni croniche».

Malattie infettive di ritorno

Se i peso delle malattie croniche cresce, non va molto meglio per quelle infettive. I tassi di vaccinazione non ottimali degli ultimi anni, in un contesto in cui crescono i movimenti anti-vaccino, hanno portato a una ripresa di diverse malattie prevenibili. Nel 2023 si sono verificati 58 mila casi di morbillo in 41 Stati membri dell’Oms Europa, un aumento di 30 volte rispetto all'anno precedente.

Nel frattempo, però, una buona notizia arriva dalla lotta alla tubercolosi: tra il 2015 e il 2022 sono calati del 25 i nuovi casi annui e del 32% i decessi. Resta però il problema delle forme resistenti agli antibiotici, il cui impatto cresce e oggi rappresentano un quarto di tutti i nuovi casi. 

Inoltre, circa 3 milioni di persone vivono con l’Hiv. Sebbene i nuovi casi siano scesi del 25% negli ultimi 10 anni, solo il 72% delle persone che ha contratto il virus è a conoscenza del proprio stato e solo il 63% riceve una terapia antiretrovirale salvavita. Solo cinque dei 53 stati membri della Regione raggiungono l'obiettivo di avere il 90% di casi Hiv positivi in ​​trattamento. Tra questi non c’è l’Italia, dove è in trattamento l’88% delle persone sieropositive. 

Servizi sanitari in sofferenza

Intanto cresce la sofferenza dei servizi sanitari che si trovano ad affrontare «sfide senza precedenti, tra cui l’impatto ancora in corso della pandemia di coronavirus (Covid-19), i cambiamenti climatici, l'invecchiamento della popolazione e i conflitti armati», spiega il rapporto. 

L’impatto della spesa out-of-pocket per i cittadini, portano a difficoltà finanziarie e bisogni insoddisfatti, con una percentuale tra l’1% e il 14% delle famiglie che va incontro a un impoverimento per far fronte alle spese sanitarie e tra l'1% il 21% che deve rinunciare ad altre spese per rispondere ai bisogni di salute. 

Critico è anche il tema del personale sanitario. La Regione europea dell’Oms è l’area del mondo con la maggiore densità di personale sanitario e il loro numero continua a crescere. Nonostante ciò, i servizi sanitari fanno fatica a rispondere alla domanda di salute della popolazione. 

«Nell'ultimo decennio (2012-2022), la densità media di medici è aumentata del 20%, la densità di infermieri dell’8%, la densità di ostetriche del 2,1%, la densità di dentisti del 17% e la densità di farmacisti del 21%», spiega il rapporto, che conferma che  l’Italia è al di sopra della media per quel che riguarda i medici (42 per 10.000 a fronte di una media di 38,4) ma al di sotto per gli infermieri (64,6 per 10.000 rispetto a una media di 80,8). 

Nonostante ciò «gli Stati membri stanno affrontando carenze critiche, poiché la domanda di servizi sanitari sta crescendo a un ritmo più veloce rispetto all'aumento dell’offerta». 

«Poiché le risorse finanziarie e umane sono sempre più tese, l'accesso all'assistenza sanitaria diventa più difficile», ha commentato Natasha Azzopardi-Muscat, direttrice del dipartimento Country Health Policies and Systems dell’Oms Europa. «Ciò ha un impatto particolare sulle famiglie a basso reddito.  Garantire una vita di buona salute significa investire strategicamente nei sistemi sanitari per garantire che la copertura sia realmente universale», ha concluso.