Cure palliative: norma mai applicata compiutamente

La denuncia

Cure palliative: norma mai applicata compiutamente

di redazione

L'accesso alle terapie di sollievo dal dolore non è assicurato a tutti i cittadini allo stesso modo. La qualità delle cure varia a seconda della regione. Per di più, la stigmatizzazione e la mancanza di conoscenza sulla gestione del dolore possono impedire alle persone di cercare il sollievo di cui hanno bisogno. 

È questo il tema della conferenza stampa “Giornata Nazionale del Sollievo 2023” - organizzata da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Angelini Pharma oggi 26 maggio a Roma. 

«A 13 anni dall'entrata in vigore della Legge 38 del 2010, che ha avuto il merito di dare un forte impulso alla cultura delle cure palliative in Italia, esistono però ancora forti disuguaglianze nella sua applicazione. Che una più sinergica e continuativa integrazione tra terzo settore e reti territoriali di cura può certo contribuire a risolvere», spiega Raffaella Pannuti, Presidente di Fondazione ANT. 

Il dolore non trattato, oltre che una patologia, rappresenta un costo per la società in termini di perdita di giornate lavorative. 

«Non parlo solo di assenteismo ma anche di presenteismo perché un paziente con dolore, anche se va al lavoro, sicuramente rende molto meno. Da qui la necessità della presa in carico precoce e dell’appropriatezza prescrittiva. Ricordo infatti che l’inappropriatezza prescrittiva causa non solo ritardi dal punto di vista della cura e del sollievo dal dolore, ma rappresenta anche un peso economico per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). E questo riguarda farmaci ampiamente utilizzati nella terapia antalgica, come per esempio gli antiinfiammatori e gli oppioidi», puntualizza Pasquale Buonanno, ricercatore e docente di Terapia Antalgica e Anestesiologia, Università degli Studi di Napoli Federico II.

Negli ultimi anni è cambiato il panorama di chi necessita i cure palliative.

«Le persone affette da patologie neurodegenerative, cardiologiche, o genericamente non oncologiche, hanno rappresentato per anni pochi punti percentuali arrivando, oggi, a superare il 40 per cento delle richieste pervenute in hospice. Una variazione importante che manifesta in modo inequivocabile la necessità di aggiornare l'approccio e la gestione per fronteggiare le sfide che questo nuovo panorama ci impone di affrontare», commenta Federico Casale, Segretario Generale Antea.