Una manciata di noci al giorno per salvare il cuore di chi soffre di diabete
Noci, nocciole, mandorle, pistacchi, pinoli, anacardi. È la lista di alimenti che non dovrebbe mancare nella dieta delle persone con diabete. Sì perché uno studio appena pubblicato su Circulation Research torna a ribadire che il consumo di frutta secca riduce il rischio di malattie cardiovascolari.
Lo studio prospettico ha coinvolto più di 16mila uomini e donne con diabete la cui salute è stata monitorata per più trent’anni.
Durante il periodo di osservazione si sono verificati circa 3mila casi di malattie cardiovascolari e più di 5mila decessi.
Ebbene, tra le persone che consumavano cinque o più porzioni di frutta secca a settimana l’incidenza delle malattie cardiovascolari era inferiore del 17 per cento rispetto a quella registrata tra i partecipanti allo studio che mangiavano meno di una porzione di noci e affini al mese.
Dallo studio emerge che il consumo di frutta a guscio protegge dalla malattia coronarica, riducendo del 20 per cento il rischio di soffrirne, e allontana il pericolo di morte prematura per cause cardiovascolari (34 per cento di probabilità in meno).
Inoltre, chi inserisce nel regime alimentare cinque porzioni di frutta secca a settimana riduce del 31 per cento il rischio di morte prematura per qualunque causa.
I ricercatori hanno anche osservato che le persone con diabete che hanno aumentato il consumo di frutta secca dopo la diagnosi hanno avuto un notevole vantaggio sulla salute rispetto a chi invece aveva mantenuto invariate le dosi.
Rispetto a questi ultimi, i primi hanno ridotto dell’11 per cento il rischio di malattie cardiovascolari, del 15 per cento le probabilità di malattia coronarica, del 25 per cento il pericolo di morte per cause cardiovascolari e del 27 per cento la mortalità per tutte le cause.
Ma quanta frutta secca bisogna mangiare per migliorare la salute del cuore? I ricercatori per la prima volta hanno ricostruito dai dati in loro possesso la relazione dose-risposta: a ogni oncia (circa 28 grammi) di frutta secca in più a settimana è associata una riduzione del 3 per cento dell’incidenza di malattie cardiovascolari e una riduzione del 6 per cento di mortalità.
«Questi dati forniscono nuove prove a sostegno della raccomandazione di inserire le noci nei regimi dietetici per la prevenzione delle complicanze della malattia cardiovascolare e delle morti premature tra gli individui con diabete», hanno scritto i ricercatori.
È stato dimostrato in studi precedenti che la frutta secca ha la capacità di tenere sotto controllo la glicemia, abbassare la pressione, migliorare il metabolsimo dei grassi e moderare l’intensità dei processi infiammatori. Non è chiaro però il meccanismo alla base di queste proprietà salutari.
«Questi effetti benefici - ipotizzano i ricercatori - possono essere spiegati almeno in parte dalla speciale composizione nutrizionale delle noci: acidi grassi insaturi, fibre, vitamine (come vitamina E e acido folico), minerali (come calcio, potassio e magnesio) e sostanze fitochimiche (come flavonoidi e fitosteroli)».
Si pensa infatti che i grassi polinsaturi contenuti nella frutta secca possano regolare, attraverso una serie di meccanismi, il metabolismo dei lipidi e che i fitosteroli riducano l’assorbimento del colesterolo. Inoltre sembra che le noci possano modulare l’espressione di specifici microRna associati al metabolismo del glucosio e alla sensibilità all’insulina. Le sempre più decantate proprietà benefiche della frutta a guscio saranno sicuramente oggetto di ulteriori studi.