Sindrome col4a1-a2, malattia genetica rara: in Italia la prima conferenza europea che vede riuniti esperti da tutto il mondo  

La conferenza

Sindrome col4a1-a2, malattia genetica rara: in Italia la prima conferenza europea che vede riuniti esperti da tutto il mondo  

di redazione

È talmente rara da non avere ancora un nome ufficiale. Negli Stati Uniti è chiamata “sindrome di Gould” dal ricercatore che, per primo l’ha scoperta. Ufficialmente è indicata con la sigla “COL4A1-A2”.  Si tratta di una malattia complessa che colpisce i geni COL4A1 e COL4A2 e che presenta tanti aspetti e sintomi, come ictus e eventi emorragici cerebrali, difficilmente riconoscibili. Non c’è una cura. Ma c’è la speranza che qualcosa inizi a muoversi. Per far conoscere la malattia, l’Associazione Famiglie Sindrome COL4A1-A2 , unica in Europa, ha organizzato oggi, 19 febbraio a Roma, la prima Conferenza Europea sulla sindrome COL4A1-A2.

«La sindrome COL4A1-A2 è una malattia rara ma anche molto sotto diagnosticata. È difficile per una famiglia arrivare ad una diagnosi perché si manifesta in modo davvero multiforme in quanto colpisce soprattutto a livello cerebrale ma non solo. E non solo i bambini. È complicato per gli stessi medici venirne a capo. E anche una volta avuta la diagnosi è difficile per le famiglie poter gestire la situazione perché gli specialisti da coinvolgere sono tanti e non c’è, ad oggi, una rete. Per questo abbiamo deciso di organizzare questa Conferenza, per fare il punto sulle conoscenze e iniziare a gettare le basi delle Linee Guida» spiegano Simona e Francesca Manodoro, presidente e vicepresidente dell’Associazione ma anche zia e mamma di Samuele, un bambino di 11 anni colpito da una grave forma della sindrome.

La sindrome COL4A1-A2 è una malattia genetica molto rara che può manifestarsi già durante il periodo prenatale o anche in età adulta. Può manifestarsi con quadri gravi ad insorgenza precoce e in casi lievi paucisintomatici. Interessa il gene COL4A1 o COL4A2 (collagene di tipo IV alfa 1 e alfa 2), componente principale di quasi tutte le membrane basali. Le manifestazioni, molto variabili, sono soprattutto a carico del Sistema Nervoso Centrale (emi-tetra-paresi, crisi epilettiche, disabilità intellettiva di grado variabile, disturbi motori, cefalea) e derivano da alterazioni vascolari. Possono, inoltre, essere associate manifestazioni a livello oculare (come per esempio, cataratta congenita, glaucoma, arteria retinica tortuosa, atrofia ottica), renale (cisti, ematuria e glomerulopatia), epatico (cisti), cardiovascolare (anomalie del ritmo cardiaco, prolasso della valvola aortica mitralica), ematologico (anemia emolitica) e fenomeno di Raynaud.

È indubbio che l’organo più colpito sia il cervello, infatti una delle conseguenze più frequenti è l’alterazione del collagene dei vasi cerebrali che determina stroke/emorragie e alterazioni della sostanza bianca (leucoencefalopatie). Inoltre molti dei pazienti soffrono di epilessia. Le conseguenze cliniche più frequenti sono: difficoltà motorie, disturbi visivi - sia causati da problemi oculari che da lesioni cerebrali che coinvolgono le vie visive, disturbi del linguaggio e problemi cognitivi.  Per la sindrome COL4A1-A2 ad oggi non ci sono cure.

«Il primo campanello d’allarme viene dai sintomi e dalla risonanza magnetica ma la conferma viene solo dalla genetica, oggi dall’analisi Ngs (Next Generation Sequencing).  Ci sono pazienti in cui, grazie a questa analisi genetica che è in grado di analizzare tutto il DNA codificante (il cosiddetto “esoma”), è stata trovata la mutazione del gene COL4A1 o COL4A2 anche se non si stava cercando proprio questa in particolare, perché nessuno ci aveva pensato. Il quadro è così complesso e allo stesso tempo così sconosciuto che non esiste una casistica ben definita che ci permette di classificare sintomi e decorso. Allo stato attuale riteniamo che nei bambini con cataratta congenita precoce, emorragia cerebrale perinatale senza una causa o calcificazioni cerebrali, per esempio, è opportuno sospettare la sindrome COL4A1/A2. A volte davanti ad un neonato con emorragia cerebrale ci si limita a dare la colpa ad un parto difficile e non si indaga ulteriormente», spiega spiega Simona Orcesi, responsabile del Centro di Neurologia della Prima Infanzia all’Istituto IRCCS Fondazione C.Mondino di Pavia e Professore Associato in Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pavia.