Governance, comunicazione e prossimità le tre leve per rilanciare le vaccinazioni

Il Convegno

Governance, comunicazione e prossimità le tre leve per rilanciare le vaccinazioni

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Immagine: Rhoda Baer (Photographer), Public domain, via Wikimedia Commons
di redazione

Il 76% dei cittadini italiani ritenere che i vaccini siano uno strumento efficace per contrastare le malattie infettive. Con importanti differenze a livello locale, però, che vedono le Regioni del Nord, in primis Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, con valori superiori all’80%. Un livello di fiducia che dopo il COVID-19 è diminuito soprattutto nelle Regioni del Sud: in Basilicata, Sicilia e Campania la percentuale di cittadini nei quali la fiducia è diminuita supera il 20%; al lato opposto la Lombardia, in cui la fiducia è cresciuta del 19%.

Sono alcuni dati di una recente survey realizzata da The European House-Ambrosetti in collaborazione con SWG che sono stati ricordati in occasione dell'incontro “Vaccinazione Covid e le altre vaccinazioni dell’adulto: governance, comunicazione e prossimità”, promosso dalla stessa The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer.

«Un altro dato importante della survey – osserva Daniela Bianco, partner e responsabile dell'Area Healthcare di The European House-Ambrosetti - riguarda il contrasto dell’esitazione vaccinale. In tutte le Regioni i primi due strumenti di contrasto dell’esitazione vaccinale ritenuti più importanti sono un’informazione più dettagliata da parte del ministero della Salute e delle Asl e un maggior dialogo con il proprio medico e farmacista di fiducia. Emerge quindi il ruolo chiave della comunicazione per contrastare l’esitazione e superare anche la cosiddetta fatica vaccinale – sostiene Bianco - oltre a potenziare e rendere più flessibile l’organizzazione dei servizi. Questi stessi aspetti possono però amplificare il fenomeno dell’esitazione se i cittadini non trovano risposte adeguate».

Il nuovo Piano vaccinale «pone una serie di sfide sul piano dell’organizzazione e della comunicazione ai cittadini» conferma il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia. Per questo, aggiunge, La Direzione della prevenzione sta organizzando una Conferenza nazionale: «Proponendo un’offerta vaccinale di prossimità, coinvolgendo tutti gli attori dell’ecosistema salute e fornendo informazioni chiare e univoche, mi piacerebbe – precisa Vaia - che i cittadini non nutrissero più alcun dubbio sull’efficacia e la sicurezza di questo strumento di prevenzione e che la vaccinazione fosse riconosciuta come strumento di tutela della propria persona e della collettività».

Tra gli obiettivi del nuovo Piano di prevenzione vaccinale rientra anche la promozione tra i professionisti sanitari della cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia.

«Il lavoro sulla classe medica è quanto mai urgente» sostiene Francesco Vitale, professore di Igiene e medicina preventiva all’Università di Palermo. «Il cittadino si fida del proprio medico» sostiene «e se il medico consiglia la vaccinazione all’interno del proprio percorso di cura il cittadino sarà incentivato a farlo. Se il livello di fiducia nei confronti dei vaccini non è alto tra gli operatori sanitari non possiamo stupirci del fenomeno dell’esitazione tra i cittadini».

Già oggi il Servizio sanitario nazionale «può contare su 50 mila farmacisti vaccinatori che in questi mesi si sono formati» ricorda Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti. «Il nostro auspicio – aggiunge - è che il contributo positivo dato alla campagna di vaccinazione anti-Covid e antinfluenzale possa essere esteso anche ad altre vaccinazioni».

Per Tommasa Maio, responsabile Area vaccini della Federazione italiana medici di medicina generale, infine, è necessario «promuovere la vaccinazione attraverso una organizzazione capillare ed efficiente per permettere alla medicina generale di continuare a fare la propria parte. Dobbiamo motivare il cittadino, dobbiamo coordinare le informazioni e i messaggi che forniamo, dobbiamo sfruttare la relazione di vicinanza che abbiamo per fargli comprendere il valore della vaccinazione. Dobbiamo far capire – conclude -che la vaccinazione è un diritto di tutti».