Insufficienza respiratoria grave da Covid-19: una nuova terapia cellulare migliora la sopravvivenza

La sperimentazione

Insufficienza respiratoria grave da Covid-19: una nuova terapia cellulare migliora la sopravvivenza

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Immagine: US Navy Mass Communication Specialist 2nd Class Sara Eshleman, Public domain, via Wikimedia Commons
di redazione
La terapia basata su cellule immunitarie ricavate dalle staminali di donatori sani ha aumentato la sopravvivenza dei pazienti con grave compromissione della funzione respiratoria dovuta a Covid-19. Le cellule necessarie al trattamento possono essere prodotte in gradi quantità e sono pronte all’uso

Ci vuole poco tempo per produrla, ha un buon profilo di sicurezza e riduce la mortalità tra i pazienti. Per questo la nuova terapia cellulare agenT-797 potrebbe diventare una efficace opzione terapeutica per chi è affetto da sindrome da distress respiratorio acuto causata da Covid-19. Il trattamento si basa sull’azione di un particolare tipo di cellule immunitarie, chiamate linfociti T invarianti natural killer (iNKT), che sono in fase di sperimentazione anche come potenziali terapie oncologiche. Queste cellule svolgono una potente azione immunoregolatrice tramite la produzione rapida e in grande quantità di un ampio spettro di citochine, le molecole coinvolte nella risposte immunitaria all’infezione. Sfortunatamente la quantità di cellule iNKT circolanti nel nostro organismo è molto ridotta. Si può però ovviare a questa carenza introducendo nel sistema sanguigno del paziente linfociti iNKT realizzati a partire da cellule staminali di un donatore. In questo modo si potenzia la risposta delle citochine contro l’agente virale e si abbassa il livello di infiammazione nei polmoni. 

La nuova terapia è stata testata su 20 pazienti affetti da sindrome da distress respiratorio acuto in seguito a Covid-19 e sottoposti a ventilazione meccanica.

Dei 20 partecipanti nello studio, 14 sono sopravvissuti (70%) a 30 giorni rispetto al 10 per cento del gruppo di controllo. Inoltre, si è osservata una riduzione dell’80 per cento dei casi di polmonite batterica tra coloro che hanno ricevuto il dosaggio  più alto di agente T-797  rispetto a coloro che hanno ricevuto piccole quantità di iNKT. 

La nuova terapia cellulare si è rivelata efficace anche nei casi più gravi. Tra i partecipanti c’erano cinque pazienti sottoposti a ossigenazione extracorporea a membrana (VV-ECMO), la terapia salva-vita più aggressiva per chi è affetto da sindrome da distress respiratorio acuto.  In queste circostanze, la funzione ossigenatrice dei polmoni viene affidata a un macchinario esterno che preleva il sangue dal paziente, lo immette nel polmone artificiale e lo reimmette in circolo nell’organismo. Ebbene, nei pazienti attaccati alla macchina la sopravvivenza è stata dell’80 per cento dopo 30 e 90 giorni e del 60 per cento dopo 120 giorni. 

Un dato di gran lunga superiore rispetto a quello osservato tra i pazienti con Covid-19 trattati solo con il macchinario. In questo gruppo il tasso di sopravvivenza è stato infatti del 51 per cento. 
I risultati del trial clinico di fase 1/2 sono stati pubblicati su Nature Communications.

«Nel corso di questo piccolo studio esplorativo abbiamo osservato che il trattamento con cellule iNKT,  in fase di sviluppo anche per le persone affette da cancro, ha innescato una risposta antinfiammatoria nei pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto. Nonostante una prognosi sfavorevole, i pazienti critici trattati con questa terapia hanno mostrato tassi di mortalità favorevoli e quelli trattati con la dose più alta hanno avuto anche tassi ridotti di polmonite, sottolineando la potenziale applicazione delle cellule iNKT, e dell’agente T-797 in particolare, nel trattamento delle malattie virali e nelle  infezioni più in generale», ha dichiarato Justin Stebbing, professore di Biomedical Sciences all’Anglia Ruskin University (ARU) di Cambridge, a capo dello studio. 

Uno dei grandi vantaggi della terapia agenT-797 consiste nel fatto di essere “pronta all’uso”. A differenza di altre terapie cellulari che richiedono l’estrazione delle cellule del paziente, la modifica in laboratorio e la reinfusione, le cellule iNKT sono prodotte in grandi quantità dalle cellule staminali di donatori sani e possono essere utilizzate subito. Potenzialmente potrebbero essere usate per una vasta gamma di infezioni.