Covid-19: la candida implicata nelle forme gravi?

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Covid-19: la candida implicata nelle forme gravi?

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Immagine: NIAID, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Uno studio su Nature Immunology attribuisce un ruolo chiave ad alcuni funghi intestinali nelle forme gravi di Covi e nel long Covid. Anche i funghi, come i batteri, interferiscono con il sistema immunitario. Farmaci antifungini potrebbero migliorare i sintomi

All’origine delle forme gravi di Covid potrebbe esserci uno squilibrio della flora micotica intestinale. Eccessivi livelli di alcuni funghi nell’intestino, tra cui Candida abicans, potrebbero scatenare infiammazioni che peggiorano i sintomi della malattia. L’associazione è stata suggerita da un gruppo di ricercatori della Weill Cornell Medicine di New York che hanno motivato la loro ipotesi con le evidenze di uno studio pubblicato su Nature Immunology.

In sintesi, gli scienziati hanno osservato che i pazienti con Covid grave o con long Covid ospitavano elevate quantità di funghi, in particolare Candida albicans, nel loro intestino. Di conseguenza, secondo gli scienziati, c’è la possibilità che un trattamento antifungino possa migliorare la sintomatologia dell’infezione da Sars-Cov-2.

Il legame tra microbioma intestinale e infiammazione è noto da tempo. Finora  però gli studi si sono concentrati soprattutto sulle interazioni dei batteri con il sistema immunitario trascurando il ruolo dei funghi. Questa nuova ricerca dimostra invece che la componente micotica del microbioma (i funghi) ha un ruolo chiave nel regolare il processo infiammatorio. 

Lo studio ha coinvolto 91 persone ricoverate in ospedale per Covid nel 2020, tre quarti delle quali aveva sviluppato la forma grave della malattia tanto da rendere necessario il ricorso alla ventilazione meccanica, mentre nel resto dei pazienti l’infezione si era manifestata in forma moderata o lieve. 

Gli individui con Covid grave che facevano parte dello studio avevano livelli di anticorpi contro tre tipi di funghi comunemente presenti nell’intestino, tra cui Candida albicans, di quattro volte superiori rispetto a 36 persone che non erano mai risultate positive al coronavirus.

L’elevato livello di anticorpi è indicativo, specificano i ricercatori, di un altrettanto elevata quantità di funghi nell’intestino. 

A questi dati si sono aggiunti i risultati dei test sui campioni delle feci di 10 persone con Covid raccolti nel 2021. Ingenti quantità di Candida albicans erano correlate a una maggiore attivazione del sistema immunitario e a forme più gravi della malattie caratterizzate da livelli di infiammazione elevati.

La correlazione tra lo squilibrio della flora micotica e Covid è emersa in maniera ancora più evidente nell’analisi di un sottogruppo di persone con Covid grave.  In questo campione ristretto, il numero di anticorpi contro Candida albicans nel sangue era collegato al numero di alcune cellule immunitarie chiamate neutrofili che possono innescare l’infiammazione.

La conferma dell’associazione è arrivata infine dagli esperimenti sugli animali.

I ricercatori hanno infettato i topi con C. albicans estratto da persone con forme gravi di Covid-19 e poi hanno esposti gli animali al virus SARS-CoV-2. Nei topi con Candida albicans che avevano contratto Covid i neutrofili avevano invaso i polmoni attivando una acuta risposta infiammatoria.  Non accadeva lo stesso negli animali che avevano contratto solo il virus e non il fungo. Il trattamento a base di un farmaco antifungino abbassava il numero e l’attività dei neutrofili.

La disbiosi intestinale, con elevati livelli di Candida albicans, potrebbe favorire anche il long Covid. Dallo studio è emerso infatti che le persone con Covid grave continuavano ad avere livelli elevati tanto degli anticorpi contro C. albicans quanto dei precursori dei neutrofili innescati per contrastare i funghi ancora molto tempo dopo la guarigione. Potrebbe darsi, quindi, che le alterazioni del micobiota siano collegate anche al long Covid.

Se il ruolo dei funghi nel Covid grave e nel long Covid venisse confermato, i farmaci antifungini già disponibili potrebbero essere proposti come trattamento a chi manifesta sintomi difficili da gestire.